
Era già tutto previsto. Si abbatte oggi infatti sui prezzi dei carburanti alla pompa l’onda anomala scatenata sui mercati petroliferi dall’attacco all’Arabia Saudita di sabato scorso. Il Brent, intanto, proprio ieri è tornato a scendere, quindi il ritocco dei prezzi potrebbe essere solo temporaneo. Secondo la puntuale rilevazione di Staffetta Quotidiana, questa mattina Eni ha aumentato di due centesimi al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Stessa mossa per Tamoil, mentre Ip-Italiana Petroli ha deciso un aumento di tre cent al litro. Ricordiamo anche oggi che dal 2000 circa in poi il prezzo della benzina è aumentato del 75 per cento circa. A pesare è l’impatto delle tasse che incidono per il 60 per cento abbondante sul prezzo al dettaglio della benzina e per il 60 per cento scarso per quello del gasolio: in pratica ogni volta che un automobilista si ferma alla stazione di servizio per un pieno da 55 litri lo Stato si mette in tasca oltre 48 euro sul diesel e più di 55 euro sulla benzina, fra accise e Iva. Al formula è sempre uguale: il prezzo della benzina in quasi tutte le situazioni aumenta a livello internazionale quando aumenta il costo del petrolio; allo stesso tempo però quando sale il costo del petrolio, il costo della benzina aumenta lentamente, e quando scende il prezzo del petrolio, il prezzo della benzina scende lentamente. A incidere davvero parecchio in Italia sul costo finale sono in realtà le accise e l’Iva. Abbassando tasse e accise il costo a litro sarebbe più basso, simile ad altri Paesi europei, anche senza arrivare al “mitico” 0,50 centesimi a litro (prezzo depurato appunto da tasse e accise…).
