La Commissione giudicatrice del Comune ha concluso positivamente l’iter finalizzato all’assegnazione della concessione per l’utilizzo e la gestione dello Stadio Angelo Massimino.
Lo scorso maggio il comune di Catania, che dello stadio è il proprietario, dopo averlo in gran parte ristrutturato con fondi pubblici, avvia la procedura di concessione per la sua gestione.
Il primo bando va deserto
Il bando elaborato dal Comune prevedeva la concessione per dieci anni della gestione, per un controvalore presunto dei ricavi del concessionario pari ad euro 16 milioni 370 mila euro per l'intero decennio, cioè 1,637 mln l'anno.
Nel frattempo il Comune, come detto, continua con fondi pubblici a ristrutturarlo, con lavori iniziati nel novembre 2022 praticamente già quasi ultimati e consegna definitiva prevista per l'inizio del 2024, il prossimo 7 febbraio per l'esattezza.
I lavori riguardano: rifacimento spogliatoi locali e ospiti; Rifacimento Hall e sala stampa; sostituzione vetri perimetrali; sostituzione e implementazione sedute; sostituzione manto erboso; sostituzione tabellone; rifacimento servizi igienici utenti e ristrutturazione terzo piano.
Insomma, lo si consegna chiavi in mano bello nuovo e prontissimo per l'uso, tanto che nel bando viene specificato a chiare lettere che “Non sono richiesti investimenti per il Concessionario.”
Nonostante questo però il bando di maggio va deserto, nessuno presenta offerte, neanche la società del già amatissimo Ross Pelligra ormai titolare dei colori calcistici etnei con la sua srl Catania Football Club appena rientrata nel professionismo.
Il motivo della mancata partecipazione? Potrebbe risiedere nella clausola che prevede il deposito di una cauzione commisurata al valore annuo dei ricavi presunti (tra l'altro probabilmente per difetto) che il concessionario dovrebbe ricavare dalla gestione del campo, al netto di iva e degli altri introiti derivanti dalle attività collaterali a quelli prettamente sportivi.
La cifra che il comune individua, nel bando andato poi deserto, era di 16,3 milioni.
La cauzione richiesta dalla legge è del 10% sul valore totale della concessione e quindi il concessionario avrebbe dovuto depositare a fondo perdutoo, e cioè sino ad almeno sei mesi dalla fine della concessione, la somma di euro 1 milione 630 mila euro.
Gestione per 3 ani rinnovabili
Passa un pò di tempo ed il Comune rielabora il bando e, lo scorso luglio, ne pubblica uno con una tempistica drasticamente ridotta, appena tre anni, e di conseguenza un minore valore presunto, che si ferma a 4,5 milioni, riducendo considerevolmente l'entità della cauzione di cui sopra che così si ferma a 456 mila euro.
L’esame dell’unica proposta presentata, quella del Catania F.C., ha accertato la correttezza formale e sostanziale della proposta, secondo le previsioni del capitolato della gara a evidenza pubblica.
Seguirà adesso la fase dei controlli previsti dalla legge con la consegna ufficiale dell’impianto e la stipula del contratto di concessione, per tre anni estendibili ad altri tre, attraverso la presentazione di un progetto migliorativo dell’utilizzo dell’impianto.
Completate le ultime procedure, oltre ad eseguire gli interventi proposti, il Catania F.C. verserà al Comune di Catania un canone annuale di 72.000 euro l’anno e si farà carico delle utenze e della manutenzione dello Stadio, incluso il manto erboso. A corrispettivo, la società del presidente Pelligra potrà gestire interamente il complesso polisportivo di Cibali, compreso il Cibalino e gran parte dei locali al coperto annessi alla struttura.
Quindi un risparmio di quasi un terzo.
Della concessione fanno parte, oltre l'uso dello stadio Massimino in senso stretto, anche le sue pertinenze e cioè anche la pista di atletica a 8 corsie, un campo di allenamento, denominato “Cibalino”, un campo di pallavolo “PalaAbramo”, un campo esterno di pallacanestro “PalaAbramo esterno” e diversi uffici.
L'importo del canone annuo, non mensile, annuo, fissato come base d'asta dal comune è di appena 70 mila euro.
L'unica a presentare offerta come detto è stata la srl di Pelligra con un rialzo di 2 mila euro, quindi pagherà al comune 72 mila euro l'anno, cioè 6 mila euro al mese.
Ma non è solo questa della durata e quindi della riduzione della cauzione la differenza tra i due bandi ed i relativi schemi di contratto che adesso dovranno essere firmati dalle parti.
La differenza dei bandi
Nel secondo, quello che adesso impegnerà le due parti, ci sono alcune variazioni significative.
Intanto, all'art.11 è stata aggiunta una clausola per cui il concessionario “è esonerato dalle attività di riparazione di eventuali danni arrecati agli impianti ed alle strutture derivanti da causa di forza maggiore e/o da calamità naturali accertate.”
Ma è all'art. 14 del contratto, quello relativa alla facoltà di “subconcessione”, che l'aggiunta può diventare davvero interessante.
Rispetto al precedente contratto è infatti stata inserita esplicitamente la facoltà per il concessionario di “organizzare eventi musicali”.