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Orazio Vasta
È bastato calpestare il terreno che portava verso l’autostrada per rendermi subito conto che tutto quello che avevo visto il giorno prima nei telegiornali, anche le immagini più cruenti, lì, in quel preciso istante, non avevano lo stesso peso. Quello che stavo vivendo era impressionante!
Man mano che mi avvicinavo all’autostrada il terreno era sempre più nero, come se fosse stato raggiunto dai lapilli dell’Etna. Gli alberi d’ulivo bruciati dal fuoco.
Avvicinandomi sempre di più al luogo della strage, notavo dei poliziotti della Scientifica che raccoglievano, fra i rami degli alberi bruciati, pezzetti di carne umana.
Il puzzo nauseante della carne umana bruciata era insopportabile.
Dentro l’autostrada la “bocca vulcanica” dell’esplosione.. Era il pomeriggio di quel maledetto 23 maggio 1992 e la terra aveva tremato fra Capaci e l’Isola delle Femmine, se è vero che l’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia di Erice, aveva registrato una scossa di terremoto, pari al terzo grado della scala Mercalli.
Mi trovavo in zona, per seguire un evento antimafia, per il mio giornale – allora ero corrispondente per il settimanale nazionale “Il Paese” – e avevo avvertito perfettamente il tremore sotto i piedi: mancava qualche minuto alle ore 18; una carica di cinque quintali di tritolo "militare" posizionata in un tunnel scavato sotto la sede autostradale nei pressi dello svincolo di Capaci, veniva "ufficialmente" azionata per telecomando dal killer mafioso Giovanni Brusca. Ma fu solo mafia? Visto che sono ben cinque i filoni d'inchiesta sui mananti occulti.
Il 32°anniversario della strage, le iniziative
Ricorre dunque oggi il 32esimo anniversario della strage che cambiò l’Italia. L’autobomba posta sotto l’autostrada uccise il giudice Giovanni falcone, la moglie, magistrato anche lei, Francesca Morvillo, gli agenti della scorta Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Vi furono 23 feriti, fra i quali gli agenti Paolo Capuzza, Gaspare Cervello, Angelo Corbo e l'autista giudiziario Giuseppe Costanza.
Le manifestazioni volute dalla fondazione Falcone sono cambiate nel tempo. Dopo le grandi celebrazioni del trentennale e dopo la translazione della salma di Falcone nel Pantheon dei palermitani sono scomparse, nel tempo, le navi della legalità e, da quest’anno, anche la manifestazione in aula bunker non si celebra più.
Fulcro di tutto il Museo del presente allestito a palazzo Jung affidato alla Fondazione Falcone dal comune di Palermo. Si tratta di una Anteprima visto che il museo sarà attivo da giugno. Circa tremila ragazzi sono attesi in piazza Magione, poi, da li, tutto si sposta a palazzo Jung da dove è prevista anche la diretta Rai con i collegamenti con Capaci per la deposizione della corona di fiori, i contributi dal mondo della scuola.
Albero Falcone
Nel pomeriggio tutto si trasferisce all’albero Falcone per il tradizionale minuto di silenzio nell’ora della strage. Come lo scorso sanno, però, ci sarà anche il contro corteo. Nel 2023 gli antagonisti vennero a contatto con le forze dell’ordine. L’intenzione era quella di evitare il contatto col corteo ufficiale che poi avvenne ugualmente. Il contro corteo partirà alle 15 dalla facoltà di Giurisprudenza per arrivare in via Notarbartolo al minuto di silenzio.