Tavoli di confronto e la riflessione sulla storia infinita dei Consorzi di Bonifica siciliani, Forestali ed Esa.
I Consorzi di Bonifica sempre sulla bocca di tutti nei quali é conclamata la carenza d’organico e viene costantemente vista come una esigenza oggettiva per gli ingegneri, geometri, capi settore e dirigenti, mentre al contrario è considerata un costo per gli operai a tempo determinato da stabilizzare perché occorre tra l’altro capire, cosa fargli fare al di fuori della stagione irrigua.
Tutte le volte che si presenta il solito copione nei tavoli delle trattative mi si dice che si può tentare la strada di formulare accordi con i Comuni, per effettuare le pulizie di strade e caditoie nelle aree limitrofe a quelle rurali. Ogni qualvolta che ciò accade, prendo parola spiegando che c’è tanta esigenza di svolgere attività di bonifica e piantumazione nei comprensori irrigui sottesi ai Consorzi di Bonifica e così per la forestazione e il rifacimento degli argini dei fiumi, valloni e torrenti per l’Esa ed i Forestali, finalizzando tali opere alla regimazione delle acque.
Entrambi sono ragionamenti legittimi ma l’unica cosa che cambia è che coloro i quali cercano scuse e fantomatici accordi, in realtà non hanno ancora capito che la legittimità del ruolo e delle mansioni lavorative sono ben chiare nelle leggi che regolamentano i Consorzi di Bonifica e lo stesso vale per i Forestali e l’Esa, per i quali la politica regionale non intende far funzionare per come si deve e per quello che servono nel territorio, al fine di evitare esondazioni, disastri, morti, siccità e cambiamenti climatici; pertanto cosa far fare agli operai é già scritto tra le pieghe delle stesse leggi che il parlamento promulga e il governo è tenuto a rispettare attraverso quei soggetti politici che appartengono alla giunta di governo e quindi mediante gli assessori al ramo.
Pertanto, piuttosto che ritrovarsi ad ascoltare scuse mediante il criterio della stagionalità per giustificare i contratti a termine, sarebbe più costruttivo che i soggetti politici che si susseguono in Agricoltura avessero chiaro l’obiettivo di utilizzare i fondi extra regionali, per non pesare oltremisura sulle casse regionali, per adempiere agli obblighi di legge che riguardano queste categorie di lavoratori che al pari di altre hanno il pieno diritto di lavorare tutto l’anno per essere utili all’interno della programmazione delle attività produttive, di messa in sicurezza del territorio e del consolidamento del suolo.
Solo così si potrà tornare ad essere credibili nell’immaginario collettivo e vedere nella forza lavoro una risorsa e non un costo e per ottenere questo risultato si ha il bisogno di passare attraverso una riforma, si, ma del pensiero collettivo oltre quello politico che tutti siamo utili nel contribuire a migliorare la qualità della vita!
Segretario generale regionale Sifus Ernesto Abate