La nuova previsione di bilancio dei Consorzi di bonifica porta una novità, e per nulla positiva. E’ previsto un aumento dei canoni irrigui pari al 31,4% da versare ai Consorzi di Bonifica, questo secondo la previsione di bilancio. «Il sentore che qualcosa non quadrasse, nella gestione di questo Consorzio di Bonifica della Sicilia Orientale, il Sifus l’ha espresso in molte occasioni, ma una in particolare ha puntato il dito, anche sulla nostra pagina facebook https://m.facebook.com/groups/215377518960631?view=permalink&id=363701514128230» commenta Ernesto Abate, segretario regionale Sifus Consorzi di Bonifica.
«Per avere certezza di ciò che si paventava – prosegue – bisognava attendere che tutto venisse scritto nero su bianco, nei documenti che fanno la radiografia allo stato di salute e quello di reale interesse, sulla proiezione gestionale del direttore generale Bizzini. Per quasi un anno, sono stati demonizzati i lavoratori stagionali, che con le proprie richieste di legittimazione ad una appartenenza lavorativa consona al tessuto lavorativo Consortile, hanno creato disfunzioni gestionali, al Consorzio di Bonifica di Caltagirone ed in quello di Ragusa. Il grido d’allarme lanciato da Bizzini alle associazioni di categoria e alla politica regionale che il costo delle cause dei lavoratori sarebbe stato tutto a carico degli agricoltori è solo un messaggio strumentale».
«Il cammino della riforma dei Consorzi di Bonifica e quella gestionale, si predispongono alla repressione delle sentenze, anche con l’adozione “pseudomafiosa” di un articolo anticostituzionale, qual è l’articolo 8. Oggi, quando tutto sembra essere sotto il controllo del padrone sul cavallo, vediamo che non tutto era palesato dalla linea di pensiero di questa direzione Consortile. Infatti, se si controllano i documenti sotto pubblicati, si evince la reale direzione gestionale di Bizzini, mettendo a confronto il bilancio preventivo 2017 (sotto la direzione di Barbagallo) ed il bilancio preventivo del 2018 (sotto la direzione di Bizzini).
Nel 2017 quando ancora era in vigore la gestione degli 11 Consorzi di Bonifica, al Consorzio di Bonifica di Catania, cioè uno tra i più virtuosi della Sicilia, in quanto non è esistono le disfunzioni presenti negli altri Consorzi della stessa area geografica, di cui sopra elencate, il costo gravante agli agricoltori è stato dettato dalla sommatoria dei due contributi {A + B} , per un totale di € 5.876.755. Nel 2018, con l’avvento della riforma dei Consorzi di Bonifica e sotto cura dimagrante, della gestione di Bizzini, il quale ha a cuore la tasca degli agricoltori per cui non vuole essere di peso, con i costi del personale operaio, presenta il bilancio preventivo, in cui i contributi {A + B} risultano essere pari ad € 7.722.999. Qualcosa non quadra – sottolinea con enfasi Abate – continuiamo a non capire gli inendimenti di Bizzini. Oltre a vessare i lavoratori vorrà vessare anche gli agricoltori?».
«Adesso i nodi vengono al pettine, perché se a Catania, Consorzio meno indebitato, con l’adozione di una riforma e condotta militare, si ottiene un aggravio di spesa pari al 31,4%, non oso immaginare i Consorzi in cui la questione debitoria è circa 17 milioni di euro ed i pignoramenti, i decreti ingiuntivi e le richieste di riconoscimento di mansioni superiori portate avanti da dipendenti a tempo indeterminato, proliferano come i funghi. Quali numeri usciranno fuori dal bilancio di previsione?».
IL Sifus domistra la necessità di rivedere i rapporti con la dirigenza consortile. «Invitiamo alla riflessione Cia, Coldiretti, ConfAgricoltura e agronomi: Giosuè Catania, Giovanni Selvaggi, Giovanni Pappalardo, Giosuè Arcoria, Corrado Vigo. All’assessore Edgardo Edy Bandiera chiediamo di verificare questa condotta, visto che rappresenta la figura istituzionale per eccellenza, al quale chiunque degli agricoltori chiederà il conto» conclude Abate.
