6 Maggio 2023
Dopo 3 anni il Covid è finito, ma convivremo col virus…

Questa notizia è stata fin troppo attesa, da tre anni a questa parte. L’emergenza Covid è finita. Il Comitato tecnico dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha raccomandato la fine dello stato di emergenza internazionale, dichiarato il 30 gennaio 2020, come ha confermato il direttore generale Tedros Ghrebreyesus (nella foto).

Ma i vaccini non scompariranno​

Comunque “non cambierà molto: nella percezione della popolazione la pandemia era già finita. Quello che dovremo rendere chiaro, però, è che non è finita la circolazione del virus, non è finito il danno che può fare il virus”. Lo spiega Paolo Bonanni, professore di Igiene dell’Università di Firenze che aggiunge: “E’ stato sottolineato che una malattia endemica come la malaria fa centinaia di migliaia di vittime ogni anno. Quello che dobbiamo fare è prepararci per una possibile circolazione endemica di questo virus che potrebbe fare ancora molti danni. Come ogni anno ci proteggiamo contro l’influenza, è probabile che ogni anno ci dovremo proteggere contro il coronavirus. Dobbiamo far capire, specie alla popolazione più’ anziana e più fragile, che dovrà continuare a fare i richiami per il coronavirus. E questo potremmo farlo unendo le due occasioni: vaccinando in simultanea contro il coronavirus e contro l’influenza, nella speranza, magari nell’autunno successivo, di poter avere anche un vaccino che contenga nella stessa fiala antigeni del Covid e dell’influenza”.

E in Italia?​

In quanto all’Italia sono ancora in diminuzione, nell’ultima settimana, i nuovi casi di Covid-19, mentre crescono i decessi. Lo rileva il bollettino del ministero della Salute in merito all’andamento della situazione epidemiologica nella settimana 28 aprile – 4 maggio 2023. In particolare si registrano 20.822 nuovi casi positivi con una variazione di -10,0% rispetto alla settimana precedente (23.132). I deceduti sono invece 166 con una variazione di +6,4% rispetto alla settimana precedente (156). Sono 324.660 i tamponi effettuati, con una variazione di -2,5% rispetto alla settimana precedente (333.138) ed il tasso di positività è del 6,4% con una variazione di -0,5% rispetto alla settimana precedente.

In ogni caso, in Italia, cambiano i criteri e gli indicatori del monitoraggio per l’andamento del Covid. È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del ministero della Salute in cui si istituisce il nuovo sistema connesso alla fase 3 dell’epidemia da Sars-CoV-2 in cui viene anche abrogato il decreto 30 aprile 2020 con i 21 indicatori.

Incubo durato 3 anni​: 7 milioni di morti

Lo ricordiamo: era il 31 dicembre 2019 quando le autorità cinesi diffusero la comunicazione di un focolaio di polmonite di origini sconosciute a Wuhan. Dopo circa un mese, il 29 gennaio 2020, in Italia vengono ricoverati all’ospedale Spallanzani di Roma due turisti cinesi positivi al SarsCoV2 e già in gravi condizioni.

L’inizio dell’incubo in Italia. E il giorno dopo, il 30 gennaio, l’Oms dichiara lo stato di emergenza di sanità pubblica internazionale e il 31 gennaio l’Italia dichiara lo stato di emergenza.

La pandemia ha causato circa 7 milioni di morti a livello globale ed è costata al nostro Paese 189.738 morti e quasi 26 milioni di contagi. In tre anni però le condizioni sono cambiate, così come il virus con il quale, affermano epidemiologici e medici, è ora possibile convivere. Ciò grazie alle armi che oggi abbiamo a disposizione: farmaci ad hoc e vaccini, che hanno portato ad un costante miglioramento delle situazione epidemiologica.

Ora il quadro è profondamente mutato, anche se le criticità non sono scomparse: “Il trend attuale della pandemia ha permesso il ritorno alla normalità nella maggioranza dei Paesi, ma allo stesso tempo persistono alcune criticità in merito all’evoluzione del virus che rendono difficile il poter prevedere le dinamiche future di trasmissione del virus o la sua stagionalità”, ha detto il direttore generale Oms aprendo la riunione del Comitato per l’emergenza Covid. Da un lato, infatti, nelle ultime 10 settimane il numero di morti settimanali segnalati è stato il più basso da marzo 2020.

Il futuro​

I Paesi dovranno ora prepararsi ad una nuova fase di transizione, ovvero al passaggio da una fase emergenziale ad una di gestione del Covid sul lungo periodo. E proprio in vista di questa svolta, l’Oms ha aggiornato il Piano strategico globale di preparazione per il 2023-2025. Cinque i pilastri della nuova strategia: sorveglianza collaborativa, protezione della comunità, cure sicure e flessibili, accesso alle contromisure e coordinamento in caso di emergenza.