11 Maggio 2018
Giovanni Magni: “Io impresentabile solo per il cognome?” Lunedì la sentenza da Roma

Fra Roma e Catania si decide il piccolo grande destino di chi vuole “soltanto” candidarsi in consiglio comunale a Catania. E’ la vicenda di Giovanni Magni, 26 anni, catanese, a un passo dalla laurea in Economia che addirittura da ben 5 anni prepara la sua candidatura. «Io impresentabile? Ho sentito queste voci sul mio conto – spiega Giovanni – e non voglio mettere in difficoltà né il mio partito Fratelli d’Italia, né Giorgia Meloni che ritengo la leader più vera di tutta la politica italiana, una donna tutta di un pezzo».

A proposito di questa storia, aggiunge con tono quasi sofferente: “Sarei un impresentabile per le cose fatte da una persona che non ho mai conosciuto?…».
Ma perchè tante chiacchiere su suo padre? In breve: Angelo Magni, catanese di 53 anni, con alle spalle più di un guaio con la giustizia ed esattamente per precedenti per percosse, violenza privata, minaccia, anche per porto d’armi illegale e possesso d’armi clandestine; e, ancora, una rissa al parcheggio del casello di San Gregorio, nel 2013, sedata casualmente da cinque allievi carabinieri. E infine quella sigla, 416 bis, che significa accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso: il padre è ritenuto affiliato al clan etneo Pillera-Cappello (il 9 novembre prossimo è prevista un’udienza).

Era il 1993 e Giovanni non aveva compiuto nemmeno un anno, quando suo padre finì in carcere per la prima volta. E Giovanni precisa: «Da quel momento uscì dalla mia vita e da quella di mia madre…”. La mamma, Anna Maravigna, certamente una donna coraggio che oggi ha un nuovo compagno (un poliziotto), ha sofferto non poco per educare suo figlio e farlo crescere “normalmente”. Giovanni ha infatti studiato ai salesiani di Cibali, vivendo in una casa a Valverde e gli è sempre mancata la figura del padre.

Ma Giovanni ha messo tanto impegno nello studio e grande, grandissima passione per la politica. Giovanni è stato senatore accademico con i baby-lombardiani ed è stato protagonista con un intervento significativo (sui giovani che lasciano la Sicilia e tornano solo per le vacanze…) durante la visita dell’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano all’università di Catania.

Giovanni Magni ha fatto parte attivamente dell’associazione studentesca di destra “We Love UniCt” e il suo riferimento politico in città è Gaetano Galvagno, eletto all’Ars con quasi 6000 voti. «Gaetano? E’ come se fosse il mio fratello maggiore, mi fido ciecamente…». Ma intanto nella sede del comitato elettorale in via Napoli si trattiene il fiato: entro lunedì a Roma sarà decisa la sua sorte. La sensazione? Bocche cucite e battiti del cuore in crescendo e qualcuno lo rincuora ricordando che proprio la Meloni a Quinta Colonna su Retequattro, ha dichiarato con non poco imbarazzo una storia personale per alcuni aspetti simile a quella di Giovanni. «Non ho rapporti con mio padre – ha detto la Meloni davanti alle telecamere – diciamo che mio padre non ha fatto il padre…».

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