Il dibattito ad Acireale con il giudice della Corte Costituzionale Giuliano Amato ed il vice presidente della Cei Antonino Raspanti sul Discorso di Ratisbona di Benedetto XVI si è svolto nella sala conferenze della sede centrale del Credito Siciliano, gremita di pubblico. Un incontro incentrato sul famoso discorso di Ratisbona, ovvero la lectio magistralis di Benedetto XVI che creò un dibattito di dimensione internazionale. Il dibattito ad Acireale, moderato dal giornalista Salvo Fallica, è partito dalla presentazione del libro ” La provocazione del Logos cristiano. Il discorso di Ratisbona di Benedetto XVI e le sfide interculturali”. Il volume curato da Laurent Mazas e Gabriele Palasciano, ha una prefazione del cardinale Gianfranco Ravasi ed una introduzione del vescovo Raspanti. Ne è scaturito un confronto di alto livello su filosofia, teologia, storia, religione e cultura. Una riflessione sul dialogo fra religioni e culture molto attuale. Entrambi i relatori hanno sottolineato l’importanza storica e culturale del Discorso di Benedetto XVI, un discorso di vera apertura, che cercava il dialogo con le altre religioni partendo dalla ragione, dal Logos. Un discorso di apertura quello di Benedetto XVI che non solo non fu compreso da parte di alcuni ma anche equivocato e strumentalizzato.
Giuliano Amato da laico e non credente, con stile raffinato e linguaggio chiaro ha difeso pienamente il Discorso di Ratisbona, il messaggio autenticamente razionale da parte di Benedetto XVI, ricordando come da cardinale Ratzinger si era confrontato in maniera innovativa con il grande filosofo tedesco Habermas, con una visione innovativa e moderna. Il vescovo e vice presidente della Cei Raspanti nei suoi interventi lucidi ed acuti, ha ricostruito con profondità filosofica, teologica e storica il senso profondo del Discorso di Ratisbona, unendo rigore analitico con passione etica ed eleganza concettuale e divulgativo. Salvo Fallica, oltre che sui temi filosofici e storici ha stimolato i relatori ad intervenire anche sul tema della democrazia e lo spazio delle fedi nel dibattito pubblico, ovvero lo spazio legittimo che le religioni che traducono in chiave razionale il loro linguaggio debbono avere nel confronto pubblico democratico esprimendo la propria opinione.
