Sono due le aule colme di parenti, colleghi e giornalisti che entusiasti e curiosi assistevano ieri mattina alla “doppia laurea” di Matteo Catania, venticinquenne proclamato dottore nella laurea triennale in Scienza dell’organizzazione e dell’amministrazione pubblica. Seguito dal professor Memoli, si è laureato con una tesi dal titolo “I governi tecnici e l’economic voting: un analisi longitudinale dal 1995 al 2022.”
L’eccezionalità del caso sta nella decisione di Matteo di laurearsi anche sul Metaverso: una piattaforma ormai sempre più in voga che consente a chiunque di accedere a una realtà virtuale estremamente realistica tramite un’applicazione gratuita. Avatar inanimati riempivano l’aula virtuale mentre le loro omonime copie assistevano alla discussione di tesi nella realtà.
𝐄𝐟𝐟𝐢𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐮𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐚𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚𝐧𝐨 𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐞 𝐚𝐥 𝐌𝐞𝐭𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨
Attraverso un’ aula virtuale creata dallo studente: parenti, colleghi e sopratutto professori Italiani citati nella tesi di laurea, hanno avuto la possibilità di assistere alla discussione della tesi e alla proclamazione spostandosi inseguito in un’altra aula virtuale dedicata ai festeggiamenti. Un fascino nuovo ed ancora difficile da comprendere anche se facile da creare: «ho lavorato sei mesi sulla tesi e circa una decina di ore sul Metaverso» dice Matteo, convinto che questa sarà «una realtà che cambierà la nostra vita e sarà sempre più diffusa soprattutto nelle aziende e nelle università.»
L’idea nasce durante una riunione svolta sul Metaverso con i colleghi dell’azienda dolciaria “Duci”, di cui è responsabile della produzione. «Durante la riunione, le possibilità di interazione tra i presenti nell’aula virtuale erano molto più efficienti rispetto a quelle possibili su qualsiasi altra piattaforma digitale come Teams , che molte università hanno usato durante il covid per svolgere la didattica a distanza.» Inoltre «attraverso l’uso di un visore possibile misurare il perimetro della stanza in cui ci si trova e riprodurre in scala l’aula virtuale direttamente nel proprio salotto!»
𝐈𝐥 𝐌𝐮𝐬𝐞𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐓𝐞𝐬𝐢
Le possibilità che il Metaverso fornisce sono molteplici, si pensi, spiega Matteo Catania, «ad alcune Università americane che stanno già utilizzando la realtà virtuale per simulare operazioni sul Metaverso piuttosto che su corpi umani.» Per ora in Italia la laurea nel Metaverso è più che altro una formalità ma non si sa se in futuro il titolo potrebbe avere anche una valenza sulla piattaforma. In ogni caso ad oggi è sicuramente una possibilità per avere grande visibilità in tempo reale e poter mettere a disposizione della ricerca la tesi aumentando le possibilità di consultazione. L’Università di Catania potrebbe cavalcare l’onda mediatica che il caso di Matteo ha fatto esplodere positivamente; il ragazzo ha inoltre già un progetto in mente«si potrebbe creare un aula permanente nella quale vengano esposte tutte le tesi dei laureandi. Una sorta di Museo delle tesi!»
Tante le critiche piovute addosso al ragazzo entusiasta del lavoro svolto
«In molti mi hanno criticato ritenendo la mia laurea una laurea telematica. La verità è che ancora troppe persone si fermano alle apparenze non vedendo gli aspetti positivi di questa nuova piattaforma che mi ha dato la possibilità di diffondere la mia tesi, di cui sono entusiasta, a quante più persone possibili»
In effetti quello che spaventa molti e che ha aumentato anche lo scetticismo di alcuni dei presenti in aula, è la possibilità futura che il Metaverso possa sostituire completamente la realtà e, nel caso delle Università, eliminare per esempio le lezioni frontali. «É chiaro che la realtà non deve e non può essere sostituita» rassicura Matteo «Ma sicuramente questa piattaforma può essere un’occasione per implementare la scelta formativa delle Università aumentando per esempio le adesioni ai seminari».
A confermare lo scetticismo è stato il presidente di commissione che con una battuta iniziale relativa al ritardo del laureando, che stava connettendo i dispositivi per avviare la discussione di tesi anche nell’aula virtuale, ha posto l’accento sull’eccezionalità del caso.
Dopo l’imbarazzo iniziale Matteo è riuscito comunque a dimostrare il duro lavoro svolto durante i sei mesi impiegati nella redazione della tesi, impossibili da paragonare alle poche ore svolte per organizzare il lavoro sul Metaverso, impedendo dunque alle critiche di svalutare il suo lavoro. A sostenere il caso è inoltre la docente di storia delle dottrine politiche del dipartimento di scienze politiche dell’Università di Catania, Stefania Mazzone, che dopo la proclamazione ha affermato di amare il Metaverso perché assomiglia a un videogioco che replica la realtà perfettamente e che è dispiaciuta dello scetticismo che i giovani manifestano verso questa realtà
Chiara Pellegrino
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