6 Giugno 2018
Pubbliservizi, Confali chiede l’intervento dell’Ispettorato del Lavoro. Grosso: «A rischio 380 dipendenti»

La pubbliservizi SPA rischia seriamente di non accedere al concordato preventivo che la salverebbe dal fallimento poiché il gruppo dirigente non sembra all’altezza di onorare il verbale sindacale propedeutico. A tale scopo CONFALI chiede l’intervento dell’Ispettotato del Lavoro di Catania.

«Un significativo buco di bilancio causato da gestioni non certamente cristalline (vedi l’operazione della magistratura “ il cerchio magico”) ma anche, da amministatori non all’altezza del compito, hanno compromesso il futuro della Pubbliservizi SPA e dei 380 dipendenti che vi lavorano. Allo scopo di salvare l’azienda ed impedire il fallimento, l’attuale dirigenza, guidata dal Dott. Silvio Ontario, ha deciso di fare ricorso ad un complicato concordato preventivo che, per ovvie ragioni, prevede tagli al costo del lavoro ( da 11 milioni bisogna passare a 9 milioni annui)» spiega maurizio Grosso, segretario generale Confali.

Per accedere al concordato preventivo, azienda e sindacati, raccogliendo le pressioni di CONFALI, hanno sottoscritto, in data 18-04-2018, un accordo che evita i licenziamenti collettivi intervenendo sulla crisi aziendale in maniera razionale e non traumatica.

«La Pubbliservizi ad oggi, omette di adempiere parte di quanto stabilito nel verbale sindacale (revisioni delle proggressioni verticali effettuate negli ultimi anni e stipula di un regolamento che le disciplini, verifica di tutti i superminimi illeggittimamente assegnati, avvio di percorsi di riqualificazione, ricerca lavoratori disponibili ad esodo, elaborazione della macrostruttura aziendale nonché tagli ai privileggi), e parte lo adempie con notevole ritardo e in maniera raffazzonata e confusa, tant’e’ vero che, ha ancora, recentemente proceduto a presentare domanda di FIS (il fondo di solidarietà che andava presentato entro 7 giorni dal verbale).

Noi di CONFALI siamo seriamente preoccupati che di questo passo, il verbale in questione non verrà onorato in tempi utili (60 giorni a partire dalla dalla data della stipula), e qualorai si riesca ad onorarlo, rischia di risultare sbiadito poichè l’amministratore della pubbliservizi, dovendo agire su tutte e una serie di incrostazioni e privileggi, non pare essere all’altezza del compito.

Per queste ragioni abbiamo chiesto l’intervento dell’Ispettorato del Lavoro e potremmo attivare azioni di lotta eclatanti» conclude Grosso.