29 Marzo 2018
Riforma dei consorzi consortili, il Tar di Palermo accetta le istanze dei lavoratori

Il SiFUS prende atto con soddisfazione della sentenza del Tar di Palermo, in quale in data 22 Marzo 2018, a seguito di ricorso fatto da alcuni dipendenti del Consorzio di Bonifica di Agrigento ha emesso sentenza, avendone esaminato esclusivamente la fase cautelare del ricorso; non ha invece esaminato ancora gli atti posti in essere dal governo regionale, dall’assessore all’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca Mediterranea, dal Commissario straordinario della precedente legislatura.

«Il TAR si è limitatamente espresso sul parere della sospensione cautelativa rispetto alla Riforma Consortile, in quanto non produce un danno economico verso i ricorrenti». Commenta Ernesto Abate, segretario regionale Sifus Confali Consorzi di Bonifica. «Pur nondimeno – spiega – una specifica istanza di prelievo del ricorso, lo farebbe incardinare con urgenza. Resta inteso che se il danno provocato dalla riforma Consortile non è ascrivibile ai soggetti ricorrenti, è pure vero che le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e a carico di aziende zootecniche, aziende cerealicole, aziende agricole ed indotto. Gli stessi che ormai stremati dalla crisi congiunturale e politiche sbagliate del settore, subiscono pure gli aggravi contributivi indotti dai consorzi accorpati. Gli stessi agricoltori verrebbero inghiottiti dai debiti dei consorzi, a causa di una riforma che non prevede una norma liquidatoria, paralizzando di fatto le normali attività di programmazione e di gestione. Premesso ciò, il SiFUS chiede un impegno improcrastinabile da parte dell’assessorato Agricoltura, Sviluppo rurale e Pesca Mediterranea e da parte di tutto il governo regionale, nell’applicare la sospensione in autotutela della riforma Consortile; usando la normale amministrazione degli 11 consorzi (mai accorpati), in attesa di una riforma Consortile che possa definire ruoli e compiti di un ente che deve confrontarsi con l’utenza del mondo agricolo, la quale non può più pagare gli effetti della mala gestione».

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