25 Febbraio 2019
Sanità: domiciliari al prof. Morgia primario di urologia del Policlinico di Catania

“Un oleato meccanismo corruttivo certamente allarmante per la sistematicità e la diffusione delle condotte illecite tracciate. Azioni peraltro animate dal perseguimento esclusivo di utilità personale in totale dispregio degli essenziali e rilevanti interessi pubblici in gioco…”. Questo il concetto espresso dal procuratore Carmelo Zuccaro sull’inchiesta che ha portato ai domiciliari il primario di urologia del Policlinico Vittorio Emanuele, Giuseppe Morgia, 60 anni.  Domiciliari anche per il responsabile commerciale della “C.Bua srl”, Massimiliano Tirri, 51 anni, attivo all’ingrosso di prodotti medicinale e ortopedici, con sede a Bagheria (Palermo), rivenditore esclusivo in Sicilia, tra gli altri, dei prodotti della “Karl Storz Endoscopia italia srl” e della “Erbe Italia srl”. Inoltre il gip ha anche deciso la sospensione per un anno dal servizio di medico pubblico e dall’attività degli agenti di commercio Tommaso Massimo Castelli, 40 anni, dirigente medico dell’equipe del professore Morgia e Antonino Di Marco, 57 anni, della “C.Bua srl”; Maurizio Francesco La Gattolla, 58 anni, della “Boston Scientific spa” (sede a Milano, attiva nel commercio all’ingrosso di articoli mediacali) e Domenico Tramontana di 36 anni rappresentante della “Omega Pharma” srl. Ma ci sarebbero altri indagati per i quali il gip si è riservato di decidere la loro posizione dopo l’interrogatorio. E’ stata la denuncia di una ditta esclusa, la “Olimpus Italia” a fare scattare le indagini che risalgono al luglio del 2018.
L’indagine definita “Calepino” ha scoperto l’esistenza di un rodato circuito corruttivo nell’espletamento di una gara di primaria rilevanza nel settore della sanità pubblica, alimentato da dirigenti medici e rappresentanti/agenti commerciali di note società farmaceutiche. Principale oggetto dell’indagine è stata la gara n.7099821 del 17 luglio 2018 bandita dal Policlinico Universitario Vittorio Emanuele di Catania avente quale oggetto “l’approvvigionamento triennale, con opzione di rinnovo semestrale, di dispositivi medici per urologia occorrenti alle aziende sanitarie, ospedaliere e universitarie del Bacino della Sicilia Orientale, suddivisa in 209 lotti per complessivi euro 55.430.178,00”. L’azienda ospedaliera etnea era stata individuata quale capofila per l’espletamento di una procedura per assicurare l’acquisto di dispositivi da assegnare alle unità operative urologiche presenti in diversi nosocomi di Messina, Siracusa, Ragusa, Enna e Catania.
Dall’indagine pare che il prof. Morgia, pur non avendo alcun incarico formale, gestiva di fatto la gara in questione, determinando le decisioni della commissione tecnica chiamata a formulare il suo parere su capitolati già preventivamente confezionati “su misura” affinché l’assegnazione dei lotti più significativi avvenisse a favore delle società commerciali disposte ad assecondare le richieste di utilità avanzate dallo stesso Morgia. L’appalto, dunque, già nella delicata fase iniziale della predisposizione del disciplinare di gara e del capitolato tecnico veniva viziato dal Morgia, il quale ricevuti, da un lato, i fabbisogni delle altre Aziende Sanitarie, Ospedaliere ed Universitarie del Bacino della Sicilia Orientale e, dall’altro, le caratteristiche tecniche dei prodotti forniti dalle imprese private da avvantaggiare, si occupava personalmente della redazione dei documenti di gara e della composizione dei lotti, influendo in maniera decisiva nella scelta dei dispositivi medici da acquistare così impedendo che l’appalto potesse, nei fatti, svolgersi liberamente e vanificando, già a monte, ogni possibile concorrenza tra le imprese aspiranti. L’opera illecita di Morgia si concretizzava nel creare per i lotti d’interesse dei veri e propri “filtri all’entrata” consistenti nell’inserire accanto a un prodotto principale da acquistare la fornitura anche di materiali non strettamente collegati al macchinario principale e commercializzati in Sicilia dalla sola azienda palermitana “C. Bua Srl”.