Orazio Vasta
La Libreria Urzì, sita in via Etnea a due passi dall’incrocio no B‘co viali’, nonostante sia stata chiusa nel lontano febbraio del 1988, rimane uno dei simboli indelebili della Catania che non c’è più, di quella Catania che si tramanda attraverso le sane tradizioni di questa città.
E in quella Catania, la Liberia Urzì occupava un ruolo significativo che andava oltre la vendita dei libri. Infatti, spesso si trasformava in un prolungamento del campo di volley, perché Salvatore Urzì, o meglio Tuccio Urzì, il titolare della libreria, era un rinomato pallavolista e con i suoi compagni di squadra spesso amalgamava le tematiche pallavoliste con l’incantevole ed unico mondo della libreria.
Un' altra caratteristica di questa libreria era quella di essere frequentata
da personaggi come Ignazio Buttitta, Lucio Sciacca, Renato Guttuso, Pippo Fava ed altri. Frequentazioni che non erano dettate dalle presentazioni di testi dei personaggi prima citati o da eventi culturali.
Erano dettate dal titolare della Libreria Urzì, da Tuccio, stimato e amato per la profonda umanità.
Quest’uomo, che ho avuto la fortuna di frequentare ma nel periodo più sfortunato e doloroso della sua esistenza, moriva esattamente 5 anni fa, il 13 luglio 2019, dopo mesi e mesi di atroci sofferenze – alimentate anche dalla cosiddetta "malasanità" – trascorsi fra l’ospedale Cannizzaro, il Garibaldi ‘vecchio’, l’ospedale di Acireale, l’ospedale di Giarre e, infine, il decesso all’ospedale di Militello Val di Catania, in cui c’era arrivato la notte fra il 12 e il 13 luglio perché non c’era una terapia intensiva più vicina all’ospedale di Giarre.
Oggi, la moglie Adriana e la figlia Claudia, assieme a parenti, amiche e amici ricorderanno Tuccio alle ore 19 presso la chiesa San Pietro e Paolo, in via Siena.
Intanto, ciao Tuccio...