L'assicurazione Inail non copre tutto il mondo del lavoro
Pietro Santonastaso*
L’Inail ha presentato in questi giorni il consuntivo provvisorio del primo quadrimestre 2025, segnalando rispetto al 2024 una diminuzione generale degli infortuni (-1,7%), un aumento dei casi mortali (+1,5%) e un calo degli infortuni in itinere (-1,9%) ma con +29,5% di quelli con esito mortale.
Non possediamo gli strumenti di Inail né la sua poderosa struttura burocratica, che peraltro si mette in moto solo quando ci si presenta agli sportelli con una denuncia in mano. Ci limitiamo a raccontare fatti di cronaca accertati che sfociano nelle morti di lavoratrici e lavoratori. Sarà forse per questo che i nostri numeri differiscono tanto. L’Istituto comunica infatti che nel primo quadrimestre 2025 sono morti 286 lavoratori, con un aumento dell’1,5% rispetto al 2024. Pur senza ricevere denunce, noi ne abbiamo contati 339, cioè 53 (o se si preferisce il 18,5%) in più rispetto a Inail. Ciononostante registriamo un calo del 7,3% (27 vittime in meno) rispetto al primo quadrimestre dell’anno scorso. Lo stesso accade per gli infortuni in itinere: per l’Inail c’è un aumento del 29,5%, per noi una diminuzione del 23% (61 contro 82).
È chiaro che i criteri sono diversi, perché l’assicurazione Inail non copre tutto il mondo del lavoro, per tacere di lavoro nero e migranti, ma un buon passo avanti potrebbe essere smettere di comunicare i consuntivi mensili come verità assolute.
Nella foto Marzia Zinetti, 41enne parrucchiera di Casazza (Bergamo) morta giovedì 5 giugno mentre a metà giornata rientrava a casa dal lavoro. In auto si è scontrata con un camion che procedeva in direzione contraria.
*della rete Morti di lavoro