Il trend del virus in Sicilia è confortante, perlomeno nei numeri, la curva continua a scendere. Catania resta la provincia con il maggior numero di casi (intorno ai 700 casi sui 3000 circa registrati nell’Isola). Abbiamo fatto il punto della situazione con il professor Bruno Cacopardo, direttore dell’Unità “Malattie infettive” del Garibaldi di Catania e membro del comitato tecnico-scientifico regionale per l’emergenza coronavirus. Cacopardo ha chiarito alcuni dubbi in merito alla tanto attesa “Fase 2”, prevista per il 4 maggio; spiegando anche le dinamiche che hanno portato la città di Catania e la relativa provincia, ad essere la zona più “contagiata” della Sicilia. E’ d’accordo che la fase 2 scatti il 4 maggio? “Sarà un’estate migliore rispetto alla primavera, sotto il punto di vista epidemico, non ci aspettiamo picchi di contagio estremamente rilevanti. Il virus è resistente nelle acque stagnanti, paludose e di piccolo scorrimento in generale, come dimostrato in Francia dove sono stati trovati delle tracce di Covid-19, mentre l’acqua salmastra il virus ha nette difficoltà a sopravvivere, grazie anche all’esposizione ai raggi ultravioletti”.
“Bisogna cominciare a coordinare al meglio questa fase, perché gli elementi ci indicano che c’è un calo complessivo nell’incidenza del numero dei contagi, riduzione significativa dei ricoveri in terapia intensiva e progressivamente. Tutti questi dati ci devono fare capire che non siamo più in una fase di picco epidemico e dunque progressivamente cominciare a programmare questo secondo step”.
Perché in Sicilia, il contagio è cresciuto di più a Catania?
“Catania è cresciuta come contagi più delle altre provincie per una serie di ragioni, perché ad esempio è la più attiva a livello di scambi commerciali e culturali, è anche la città che possiede un aeroporto internazionale tra i più importanti in Italia, che ha implementato scambi territoriali, è una città che ha una grande tradizione di movida, il numero di chi ha fatto ritorno dal Nord, i focolai delle RSA, ultimo quello di Caltagirone con una quarantina di casi; tutti questi elementi insieme hanno favorito la diffusione del coronavirus”.
Quali aspettative per la stagione estiva?
Potrebbe arrivare una nuova ondata epidemica ad ottobre?
“E’ possibile ma non è certa, con la fine dell’estate e l’affievolimento delle restrizioni di distanziamento sociali e con la riapertura delle attività commerciali, potrebbe esserci un ritorno dei contagi. Personalmente, ritengo che il Covid-19 perderà la sua virulenza, infettività e procederà con un andamento endemico. Il virus cioè si manifesta uniformemente nel tempo con pochi casi. Questo significa che dovremmo, in ogni caso, adattarci ad una nuova quotidianità e modalità di vivere con azioni costanti come il lavaggio frequente delle mani, il distanziamento sociale, l’uso di mascherine, in una battuta forse non è proprio sbagliato pensare che dobbiamo essere pronti ad accogliere il virus, insomma, a conviverci...”.