I contagi da Covid 19 sono in netto calo, così come dimostrato dai numeri forniti quotidianamente dalla protezione civile, che stanno proiettando la nazione verso la fase 2. In attesa delle indicazioni del governo per la fine del lockdown del 4 maggio, è previsto un programma di riaperture omogeneo su base nazionale, in primis con una revisione del modello organizzativo del lavoro e delle modalità del trasporto pubblico e privato, con una base che incentra le misure di distanziamento sociale. “"Si prospetta una fase molto complessa” ha dichiarato il Premier Giuseppe Conte nella sua informativa al senato, anche se i dubbi e le incertezze restano ancora divise, sulla prospettiva di riapertura graduale. Mettendo infatti al centro la regola del distanziamento sociale, si è proposto di riaprire separando i tavoli con paretine in plexiglass di misura 50x50 cm, ma d’altra parte, aumentando lo spazio del singolo tavolo, diminuirebbe drasticamente il numero dei coperti. Ci sono aziende, dedite ad esempio alla creazione di impianti pubblicitari, che cavalcando l’onda di questa idea, hanno convertito la produzione per costruire queste protezioni richieste a quanto pare anche dai supermercati. Tra i ristoratori al momento però, sembra esserci una divisione tra favorevoli e contrari , in quanto per ricominciare l’attività in un’apparente normalità, bisognerà attendere le istruzioni delle nuove linee guida, che mettano in sicurezza i clienti, ma al momento, questa sembra l’unica possibilità, per evitare il fallimento o peggio.
Lo spettro ormai reale, di una crisi economica senza precedenti, si è già abbattuta in buona parte del Paese, con alcuni nuclei familiari, di lavoratori non regolarizzati, che hanno più volte suonato il campanello di allarme rispetto all’impossibilità di poter usufruire dei beni di prima necessità. Sono molti i settori infatti, che rischiano il default totale, da quello del turismo ad esempio, sino a quello della ristorazione. Notizie drammatiche in questi giorni, stanno imperversando sulle pagine dei quotidiani, di una crisi annunciata che sembra essere davvero più letale del virus stesso: In Campania ad esempio, a Palinuro, una delle zone estive e balneari più popolate, fiore all’occhiello del Cilento, un ristoratore 80enne, si è tolto la vita per paura di un utopica ripartenza, dopo che nei mesi scorsi, aveva investito parecchi fondi per ristrutturare il proprio locale storico, punto di riferimento per molti Vip. La morte del ristoratore di Palinuro, lancia un grosso allarme su quelle che potrebbero essere le vittime della crisi economica post-virus; mentre alcuni imprenditori del mondo gastronomico, cercano di inventarsi nuove strategie per la “fase 2”.