Nessun collegamento. Attesa vana. Mentre le città (Catania in testa) accumulano rifiuti generando piccole discariche a cielo aperto, con possibili problemi sanitari, oltre ai primi incendi delle montagne di rifiuti indifferenziati, tutto è ancora fermo al palo. Oggi avrebbe dovuto collegarsi da Palermo in videoconferenza l'assessore regionale all'Ernergia Daniela Baglieri: l'attendevano speranzosi 21 sindaci che hanno lasciato ogni tipo di attività e disdetto vari appuntamenti per riunirsi nell'aula consiliare del Comune di Catania, proprio perchè alle 11,00 avrebbero potuto (e voluto...) dialogare con l'assessore regionale all'Energia. Presenti anche il sindaco della città etnea, Salvo Pogliese, il presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Castiglione e il presidente delle Srr (società di regolamentazione dei rifiuti) Francesco Laudani e l'assessore comunale all'Ecologia Fabio Cantarella. Attesa vana, dicevamo, con tanta delusione e voci tutte da confermare che si sono rincorse tra gli scranni di Palazzo degli Elefanti e i corridoi del Municipio etneo. Tra un caffè e l'altro, telefonini caldi, messaggi sms, whatsapp e vocali per cercare di sapere a cosa si andrà incontro. Dopo tanta attesa (e tempo perso) nessuna comunicazione ufficiale è arrivata dalla Regione Siciliana durante la riunione a Palazzo degli Elefanti. In sostanza e verosimilmente per i prossimi 60 giorni si cercherà di tamponare la situazione (l'ennesima pezza, mai soluzioni definitive) con la discarica di Lentini che dovrà lavorare (nella quantità consentita di 600 tonnellate giornaliere) il residuale (rifiuti domestici non recuperabili, ossia ciò che rimane dopo che si è completata ogni operazione di differenziazione) e il secco (sono tutti i materiali sporchi e non recuperabili presso il Centro Raccolta: il secco non riciclabile è composto da tutti quei rifiuti che non possono essere avviati al recupero e se mescolati ai rifiuti differenziati possono comprometterne il riciclo), che dovrebbero poi essere trasferiti nelle discariche di Domenico Proto (Oikos a Motta S. Anastasia), di Fabio Catanzaro (a Siculiana nell'Agrigentino) o nella Srr 4 di Caltanissetta, che ricade sul territorio di Gela. E la Baglieri? Avendola attesa vanamente (seppur nell'annunciato collegamento...) abbiamo navigato su internet, intercettando un suo duro appello ai sindaci siciliani. "Dovete aumentare la differenziata!!!". Già, come se i sindaci avessero la bacchetta magica. Magari dovremmo ricordare all'assessore Baglieri che servirebbero maggiori controlli, multe e progetti validi. Favorendo soprattutto l'informazione sull'educazione alla differenziata (la Sicilia è al 39%), visto che su questo capitolo sono sempre stati stanziati tanti bei soldini e l'Isola è all'ultimo posto in Italia...
Insomma, difficoltà palesi e città sporche con cumuli di spazzatura sempre crescenti per tutti i 149 Comuni che conferiscono alla discarica di Grotte San Giorgio. Di questo passo è probabile che occorrerà trasferire i rifiuti fuori dalla Sicilia con annessi costi (importanti) e organizzazione di lavoro (nuovi contratti). È un problema sempre più grande e se non cominciano a trovare soluzioni, dovrà intervenire l'esercito. Inoltre per la scarsa informazione, tanta gente sta mettendo all'indice le aziende di raccolta. Come la Dusty: ma perchè colpevolizzare l'azienda di raccolta? Un esempio concreto? La discarica di Lentini oggi mercoledì 15 settembre, ha aperto alle 5,30 e ha chiuso alle 8,00 (come detto è passata dalle 1.200 alle 600 tonnellate di rifiuti al giorno e la domenica è chiusa): la Dusty, per la cronaca, al momento ha 15 compattatori parcheggiati in coda ai cancelli di Codavolpe pieni di rifiuti e altri 30 pieni in autoparco; e non è finita: 10 casse scarrabili anch’esse piene ed altre 10 di attrezzature tipo casse ragno e spazzatrici cariche di rifiuti indifferenziati e terre di spazzamento. Ma come sì è arrivati a questa criticità? Tutti parlano, ipotizzano soluzioni, annunciano un cambio di rotta e poi non accade nulla nel concreto. Dal settembre del 2020 si conosceva la situazione della discarica della Sicula Trasporti (anche attraverso i commissari). Un anno è passato invano, senza che si sia mossa foglia. Nello scorso aprile l'ultimo ennesimo allarme caduto nel vuoto. Nel frattempo la Sicula aveva chiesto l'ampliamento delle vasche di raccolta, ma le autorizzazioni sono state bocciate. In sintesi? Si tratta del fallimento della politica, di quella attuale e di quella precedente: da 30 anni a questa parte nulla si è fatto per evitare l'emergenza rifiuti (a parte le liti e le inutili polemiche di parte), per mettersi al passo con il resto del Paese, per poter affermare che anche in Sicilia "i rifiuti sono risorse". E invece no. Siamo all'anno zero. Ah, dimenticavamo: a Palermo è stata autorizzata nelle scorse settimane la realizzazione della settima vasca a Bellolampo, per un costo di circa 25 milioni di euro. In pratica siamo l'unica regione d'Italia e d'Europa che nel 2021 realizza con finanziamenti pubblici le discariche per il conferimento dei rifiuti. I tanto decantati termovalorizzatori? Appena due mesi fa è stato pubblicato un bando indirizzato ai privati per la realizzazione di 2 termovalorizzatori, bando prolungato fino a novembre, ma siamo ancora nella fase teorica. E intanto impazza il politichese: "faremo, realizzeremo, contrasteremo, difenderemo, tuteleremo, incontreremo, analizzeremo, ci impegneremo...".