La Giornata internazionale della donna non è tanto una festa, quanto un’occasione per dare ancora più voce a un dibattito sempre vivo, quello sulla donna e sul ruolo che riveste nella nostra società. Stiamo facendo abbastanza? Cosa ancora dobbiamo fare, cosa cambiare? Uno speciale di Luci Spente, approfondimento a cura della redazione di Sicra Press, ha puntato i riflettori su questa giornata insieme agli ospiti Clelia Parisi (regista), Rosanna La Malfa (digital web manager), Mariolina Malgioglio (avvocato esperto in criminologia), Rossella Pezzino de Geronimo (imprenditrice) e all’opinionista Giovanni Mangano (coordinatore regionale Confedercontribuenti). È sempre utile riflettere sul ruolo della donna oggi per capire dove siamo arrivati e su cosa bisogna correggere il tiro. Riguardo al tema ha espresso il proprio pensiero Rossella Pezzino de Geronimo: «Negli anni il ruolo della donna nella nostra società è sempre più centrale, le donne sono sempre più presenti nel mondo del lavoro. Ci sono però - continua l’imprenditrice - purtroppo ancora moltissimi problemi, si parla ancora di femminicidi, differenze di genere». La strada è, insomma, ancora lunga. Nel mondo del lavoro si parla poi ancora di disparità, «e questa è purtroppo una realtà - conferma De Geronimo - ma è arrivato il momento di concentrarci sul valore della persona. L’uomo non deve piu competere con la donna, bisogna valorizzare le differenze e lavorare sulla complementarietà. L’incontro delle differenze può migliorare il mondo». È un problema culturale se si parla ancora di differenze, di disparità e violenza? «Nella nostra cultura il concetto di complementarietà non esiste - sostiene Giovanni Mangano - è questo il problema. Bisogna partire dall’educazione». L’aspetto culturale è forse centrale nel dibattito, si è fatto forse poco se si pensa al dato preoccupante relativo al centinaio di reati commessi al giorno in Italia nei confronti delle donne «e il dato mondiale è ancora peggiore - conferma l’avvocato Mariolina Malgioglio - È un fenomeno culturale, lo confermo, significa che le credenze, gli stereotipi, i pregiudizi, i principi e le regole che formano una persona influenzano determinati atteggiamenti. Non c’è una reale uguaglianza. Nella realtà familiare ad esempio la donna ha ancora un ruolo ben definito, che comporta doveri (donna-madre), un uomo “aiuta” la donna in casa, come se fosse un ospite, come se non fosse parte di quel nucleo e non fosse co-responsabile della gestione di una casa». La regista Clelia Parisi, donna in un ambiente lavorativo “a maggioranza” maschile, ha riportato la propria testimonianza: «Da circa 9 anni lavoro nel cinema, mi sono sempre ritrovata a fare film di registi uomini. È ancora presente questa cultura lavoro da donna-lavoro da uomo, anche se per fortuna qualcosa oggi si sta muovendo». È stato poi affrontato l’argomento, spesso denominato “amore tossico”, e l’importanza del riconoscimento dei primi segnali preoccupanti: «Bisogna eliminare la parola “amore” da questo tipo di relazioni - chiarisce l'avv. Malgioglio - Dove vi è violenza, verbale o fisica che sia, non si puo mai parlare di amore. Spesso chi è coinvolto in questo tipo di relazione non ne riesce ad individuare la tossicità, per questione culturale, è proprio questo che deve cambiare». Anche Rosanna La Malfa, digital web manager, insiste sull’importanza di lavorare giorno dopo giorno al raggiungimento di risultati importanti per le donne, «non può un giorno cancellarne 364 sbagliati. Voglio parlare di equità, incontro di differenze. Io come madre di un maschio mi sono sentita spinta fin dalla sua infanzia a trasmettergli concetti di parità ed equità. Bisogna poi dare consapevolezza del proprio valore alle donne». Come spesso si dice, è ancora tanto il lavoro da fare, e la riflessione deve essere seguita da azioni concrete mirate al raggiungimento di equità e pari opportunità. A Luci Spente anche il segretario provinciale del Partito Democratico Angelo Villari ha sottolineato come il ruolo della donna, nel caso specifico in politica, sta cambiando ma deve cambiare ancora di più, «soprattutto nella provincia di Catania. Basti pensare che in provincia di Catania non c’è nemmeno un sindaco donna. Stiamo cercando di rimediare, ce la metteremo tutta affinchè si cominci ad invertire una tendenza per garantire uguaglianza di possibilità». Il pensiero di tutti gli ospiti è poi andato alle donne ucraine, che giorno dopo giorno stanno resistendo sotto i bombardamenti, alle donne russe che non piegano la testa ad una politica di odio, violenza e morte e a tutte le donne che vivono in guerra, che con coraggio raccolgono le macerie di un mondo a pezzi, per costruirne uno migliore.