Il coordinatore regionale del Dipartimento Libertà Civili di Forza Italia in Sicilia, Sandro Mangano, ha nominato due nuove componenti del dipartimento: Chiara Giusy Costa e Francesca Lentini. Una provocazione che lascia il posto ad una profonda riflessione. Non usa mezzi termini Sandro Mangano, coordinatore regionale Dipartimento Libertà Civili di Forza Italia in Sicilia, quando afferma senza girarci intorno: “Si parla tanto di Giornata internazionale della donna, fioriscono conferenze, incontri, locandine e in questi giorni l’hashtag di tendenza è #partitàdigenere, ma sappiamo davvero cosa sia la parità di genere? La parità di genere è un’esclusiva? O siamo in grado oggi di ampliare la prospettiva e dare voce e sostegno anche a chi ha sempre desiderato essere donna e sta cercando una propria identità e libertà di espressione?”. No, non passa inosservata la provocazione del coordinatore regionale Dipartimento Libertà Civili di Forza Italia in Sicilia, che prosegue dando forza al suo pensiero. “Mi attendevo che ieri fra tutte le iniziative culturali e politiche in programma ci potesse essere una svolta, magari invitando a partecipare anche chi ha desiderato diventare donna: persone transessuali, transgender e lesbiche, poiché anche loro raccontano una storia privata di diritti, spesso negati”. Mangano, non a casa. proprio ieri ha deciso di nominare due nuove componenti del dipartimento, che lo affiancheranno nel lavoro del coordinamento regionale: Francesca Lentini e Chiara Giusy Costa, entrambe saranno responsabili della tematica transessuale e transgender. Otto marzo dedicato alle donne ucraine, in particolare quelle che si mettono in cammino da sole o con i propri figli per raggiungere i confini sfidando bombe e spesso violenze, anche sessuali. “La donna oggi deve sperare di nascere nel Paese giusto, ci sono luoghi al mondo in cui le libertà sono negate anche e soprattutto per chi questa identità l’ha cercata” commenta Francesca Lentini, insegnate. “Tematica - prosegue - che oggi diventa ancora più attuale vista la guerra in Ucraina, ricordiamo che in Russia l’omosessualità è vietata e chi soffre di crisi di identità di genere o semplicemente ama essere gay e manifestarsi in quel modo perché prova attrazione verso una persona dello stesso sesso non può parlarne con nessuno, rischia la galera o sanzioni e vive la situazione come un tabù. La donna occidentale è fortunata e da prendere come esempio e la sua fortuna deve essere da monito affinché certe situazioni possano cambiare in altri paesi del mondo”. “Ancora esistono molte discriminazioni riguardo le persone transessuali, a livello sociale c'è molto da lavorare” sottolinea Chiara Giusy Costa, infermiera del 118. “In primis – prosegue - bisogna precisare che essere transessuali non è un capriccio, ma è una condizione in cui una persona vive e si identifica in un sesso diverso da quello di nascita, Maschio Femmina (MtF) o Femmina Maschio (FtM). Le persone Transessuali spesso sono discriminate dalla loro stessa famiglia, capita che molte ragazze/i vengano cacciate di casa, questo per una mentalità chiusa da parte dei familiari. I genitori magari hanno dei progetti differenti da quelli che vogliono realizzare i propri figli. A questo si aggiunge un carico psicologico non indifferente da parte della persona che ha una disforia di genere, accettare sé stessa e farsi accettare dalla società, paure ansie e depressioni sono molto frequenti, sono stati anche registrati casi di suicidio. Questo perché la società non sempre accetta le persone transessuali e le persone con un carattere debole soffrono maggiormente”. “Sono certo – conclude Sandro Mangano – che le nuove componenti del dipartimento per la loro sensibilità e le loro storie personali saranno in grado di portare uno slancio importante per veicolare il valore delle libertà civili Lgbt e non solo”.
Nella foto, da sinistra: Chiara Giusy Costa, Sandro Mangano, Francesca Lentini