𝐑𝐢𝐜𝐞𝐯𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐭𝐚 𝐚 𝐟𝐢𝐫𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐄𝐫𝐧𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐀𝐛𝐚𝐭𝐞, 𝐬𝐞𝐠𝐫 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐫𝐞𝐠. 𝐝𝐞𝐥 𝐒𝐢𝐟𝐮𝐬
Ci sarebbe da fare un plauso al Governo Schifani, che in linea con quanto previsto dal decreto interministeriale 350/2022, e inviato al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per essere approvato e inserito all'interno del Piano nazionale, consentirà di evitare, come accade oggi, dove ci sono laghi pieni che non erogano acqua e laghi vuoti che non possono erogare acqua, di essere interconnessi tra loro e diventare funzionali alla società.
Trattasi di 28 interventi infrastrutturali da avviare in tutta la Sicilia, al fine di permettere lo scambio di acqua invasata tra laghi ed invasi siciliani e quindi utili a scongiurare crisi idriche ed irrigue che hanno messo in serie difficoltà la disponibilità di erogazione dell'acqua, fino al suo razionamento.
Tra l'altro è vero che i soggetti attuatori sono il Consorzio di bonifica Sicilia occidentale, il Consorzio di bonifica Sicilia orientale, il dipartimento regionale dell'Acqua e dei rifiuti e Siciliacque spa, ma è altrettanto vero che queste risorse economiche verranno attribuite attraverso gare d'appalto alle ditte esterne, piuttosto che essere assegnate in house e sapete perché?
Paradossalmente perché il personale dipendente non essendo formato, qualificato e dotato di mezzi non può certificare delle lavorazioni da dover collaudare al fine dell'ottenimento del contributo extraregionale. Questo succede anche in quelle realtà in cui pur avendo il personale e i mezzi a disposizione, i quali vengono utilizzati per la medesima realizzazione di opere infrastrutturali, non c'è la continuità dei contratti di lavoro, visto che il lavoro a tempo determinato (3/5/6 mesi l'anno) è quello prevalente tra la forza lavoro.
Lo diciamo con l'amaro in bocca, dato che già dal semplice fatto che un assessore all'agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, nonché vice presidente della regione qual'è Sammartino, il quale si definisce pioniere nell'ottenimento in traguardi storici come questo o come la riforma dei Consorzi di Bonifica (la quinta di una lunga serie di incompiute ad oggi), toppa nelle banalità più semplici!
Una per tutte, l'adozione di un atto di indirizzo al fine di evitare discriminazioni contrattuali ed infortuni consequenziali, del personale nei Consorzi di Bonifica,considerato che la mancata adozione da parte del Commissario Straordinario del Consorzio di Bonifica della Sicilia Orientale con nomina fiduciaria di Sammartino, di una banalissima nota circolare n°147303 del 19 luglio 2023, a firma dei massimi dirigenti del Dipartimento 6 Dott. Dario Cartabellotta e del Dirigente Generale del Servizio 6 Dott. Giuseppe Dimino che sono anche loro alla diretta dipendenza del medesimo assessorato, permetterebbe di dar credito ad un sistema che continua a produrre contenziosi. Gli ultimi in termini temporali, registrati in questo Governo regionale in carica da un anno, da gennaio a settembre 2023, contano 96 di questi arrivano dall'assessorato all'agricoltura e 79 riguardano proprio i dipendenti, di tale assessorato!
Se aggiungiamo che la desertificazione strutturale del 70% certificata in Sicilia e non riceve un'adeguata pianificazione e programmazione regionale di contrapposizione, poiché la politica non mette in campo azioni coraggiose, pur essendo che la parvenza è pari ad una timida attività in movimento, si percepisce il classico criterio del "𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒄𝒂𝒎𝒃𝒊𝒂 𝒂𝒇𝒇𝒊𝒏𝒄𝒉𝒆' 𝒏𝒖𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒂𝒎𝒃𝒊"!
La precarietà dei lavori progettati, programmati e realizzati sono proporzionali alla precarietà delle attività di mitigazione del dissesto idrogeologico, della tutela e della salvaguardia ambientale; questi elementi si traducono in una precarietà sociale in cui anche la sicurezza dei servizi e quelli della vita quotidiana, diventano anch'essi precari!
Ricordiamo che la Comunità europea infligge continuamente procedure di infrazione a carico del nostro Paese ed oggi sono 77 di cui 61 per violazione del diritto dell'Unione e 16 per mancato recepimento di direttive.
Mantenendo lo status quo e una macchina inoperativa, poiché immobilizzata dalle sabbie mobili dell'improduttività scaturite dal malessere del precariato e dal rischio di infortuni derivati dall'errato inquadramento contrattuale, la Regione Siciliana è costretta ad accantonare risorse economiche consistenti per ben 72 milioni di euro, per far fronte ai continui contenziosi presentati dall'apparato regionale!
Un dato allarmante se si pensa che da gennaio a settembre sono arrivati alla Regione Siciliana 1004 ricorsi, con la richiesta di risarcimento danni!
Praticamente si continuano a mettere toppe ai buchi di uno scolapasta anziché tentare la scalata della produttività, rimettendo a regime il ripristino dell'agibilità democratica sul posto di lavoro e i valori civici che ci hanno fatto diventare una civiltà evoluta che oggi, purtroppo, registra il suo declino!