Sembrava la perla rara del sud Italia, un'azienda che dava continue certezze e serenità ai suoi dipendenti. Ed invece la storia si ripete, così come per i dipendenti di Dacca e Almaviva, anche per i 101 dipendenti di Monalisa Contact s.r.l. del Gruppo Aura, call center per Vodafone Business. Dal 21 giugno, 101 persone riceveranno la lettera di licenziamento dall'azienda che, solo qualche anno fa, aveva firmato contratti di lavoro a tempo indeterminato, part-time e full-time. Non si è trovato un punto d’incontro, un accordo che potesse evitare il licenziamento di queste persone. Insieme ai sindacati, si è anche cercato di scendere a compromessi, ma questi andrebbero solo a favore del datore di lavoro, e non dei lavoratori. L’unica soluzione per questi 101 dipendenti sembra essere accettare il licenziamento e, insieme a milioni di altri italiani, fare richiesta per ricevere la Naspi e continuare a vivere dignitosamente fino al successivo impiego. Rita Ponzio, segretario Fisascat Cisl Misterbianco, spiega come l’ultima possibilità per evitare quanto appena citato si avrà il 17 giugno, quando alle 9:30 avverrà l’ultimo incontro presso l’ufficio del lavoro per trovare un accordo che, preannuncia, purtroppo non si troverà. Infatti, Rita Ponzio spiega che “in passato, i dipendenti di Monalisa Contact avevano un contratto precario. Con l’abolizione delle co.co.co., ossia del contratto di collaborazione coordinata e continuativa, chiuse il call center di Siracusa ed i suoi dipendenti vennero licenziati o trasferiti a Catania, concedendo loro un regolare contratto di lavoro. In questo momento, l’azienda non è in crisi ma ritiene opportuno licenziare o fare un cambio di contratto proponendo nuovamente un co.co.co., che renderebbe nuovamente precari i suoi dipendenti e toglierebbe loro dignità. Il contratto da loro proposto prevede solo un fisso di 300 euro, privando poi il personale di assistenza sanitaria, contributi e ferie. È stato anche proposto a Monalisa Contact di cambiare il contratto di esclusività che adesso ha con Vodafone, poiché è una commessa a perdere. Ci è stata negata anche questa possibilità.” Non sembra esserci alcuna possibilità d’accordo dunque, e l’azienda è destinata al fallimento. “È un’operazione da denuncia. Non hanno nemmeno conservato il TFR dei loro dipendenti – dice Rita Ponzio - e dovranno quindi pagare le mensilità all’INPS e ciò che spetta ai dipendenti. Un’azienda con una situazione finanziaria del genere non potrà sopravvivere.” Sergio Romano, sindacalista di Uil Tucs, afferma che la “morte” di Monalisa Contact era una morte preannunciata: “Stiamo parlando di un call center con un contratto di commercio che presenta dei conti che non quadrano, e che a causa delle continue perdite è destinato a non sopravvivere sul mercato. All’ultimo incontro, Monalisa Contact chiedeva l’applicazione del contratto di collaborazione coordinata e continuativa. Una volta rifiutata questa proposta, non si può far altro che attendere l’ultimo incontro del 17 giugno. Ma a partire dal 21 giugno partirà la procedura di licenziamento collettivo, dopo la cui chiusura l’azienda avrà 120 giorni per licenziare i dipendenti.”