Ancora una volta rimediamo una figuraccia. Come Sicilia. Anche la prima legge approvata dall'Assemblea regionale siciliana nel 2022, quella sull'esercizio provvisorio, finisce sotto la mannaia del Consiglio dei ministri. Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini, ha esaminato sei leggi di Regioni e Province autonome, deliberando d’impugnare la legge della Regione siciliana n. 1 del 21/01/2022, recante “Autorizzazione all’

della Regione per l’esercizio 2022″. La decisione è così motivata: “Talune disposizioni in materia di autorizzazione di spesa e di assunzioni, ponendosi in contrasto con la normativa statale, violano gli articoli 81, terzo comma, e 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione”.Secondo voci vicine all'assessorato regionale all'Economia, il governo Draghi avrebbe infatti impugnato le norme che riguardano la proroga fino a tutto il 2023 dei contratti per i lavoratori ex Aras dell'istituto Zooprofilattico e una norma sul finanziamento dei concorsi per il corpo forestale. Su entrambe le misure la Giunta intende resistere davanti alla Corte costituzionale. Secondo il governo di Roma le norme violano due articoli della Costituzione: quello che impone l'equilibrio finanziario (500 milioni il buco di bilancio) e quello che fissa le competenze delle Regioni.Solo quest'anno il Consiglio dei ministri ha già impugnato tre leggi approvate dall'Ars: prima erano arrivati gli stop sulla stabilizzazione dei lavoratori Asu approvata a dicembre e quello sul bonus da mille euro per gli stessi precari concesso a novembre. L'anno scorso le impugnative sono state invece in tutto tredici. La tendenza della Sicilia a essere bocciata, come riportano i documenti, un anno fa di questi tempi era finita al centro di un dossier del ministero degli Affari regionali; basti pensare che nei due anni precedenti, erano state bloccate 14 leggi su 54, che facevano della Sicilia una delle Regioni più bacchettate d'Italia da quando, nel 2015, è stata resa omogenea la banca dati degli Affari regionali. I testi bloccati? Poco meno di una norma su quattro.