Alessandro Milia
Entrano in vigore le nuove regole per la Par Condicio in Rai. Nonostante le polemiche e la contrarietà di tutte le opposizioni, la maggioranza vota in Commissione di Vigilanza il nuovo regolamento in vista delle Europee.
Le opposizioni, che parlano di “occupazione del governo e della stessa maggioranza degli spazi televisivi Rai“, polemizzano sull’approvazione di un emendamento sull’informazione governativa, che dopo la modifica apportata dalla maggioranza consentirà che l’applicazione della Par Condicio nei programmi di approfondimento informativo faccia in ogni caso salvo il principio e la necessità di garantire ai cittadini il diritto a una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative.
Traduzione? Eccola: Giorgia Meloni e i suoi ministri potranno parlare dell’attività di governo senza dover conteggiare i loro interventi nel computo della parità dell’esposizione mediatica delle varie parti politiche che dovrebbe essere il cardine della Par Condicio.
Questo si aggrava se pensiamo a quante volte, per fare solo un esempio, Matteo Salvini parli da Ministro delle Infrastrutture di questioni che hanno palesemente un grosso peso elettorale.
La maggioranza ha poi anche approvato un emendamento secondo cui le dirette dei comizi elettorali dovranno essere precedute da una sigla per essere distinte dalle edizioni dei Tg.
Ieri, a causa di questa decisione, tutti i Tg Rai hanno letto un comunicato di Usigrai (il sindacato dei giornalisti Rai) con il quale i giornalisti rivendicano la propria autonomia giornalistica, professionale e deontologica:
La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono.
Lo ha fatto attraverso la Commissione di Vigilanza che ha approvato una norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. Non solo, Rainews24 potrà trasmettere integralmente i comizi politici, senza alcuna mediazione giornalistica, preceduti solamente da una sigla.
Questa non è la nostra idea di servizio pubblico, dove al centro c’è il lavoro delle giornaliste e dei giornalisti che fanno domande (anche scomode) verificano quanto viene detto, fanno notare incongruenze. Per questo gentili telespettatori vi informiamo che siamo pronti a mobilitarci per garantire a voi un’informazione indipendente, equilibrata e plurale.