Riceviamo e pubblichiamo l'intervento dell'ing. Luigi Bosco
RISCHIO SISMICO A CATANIA E NEL DISTRETTO SUD ORIENTALE DELLA SICILIA: OGGI, NEL 322esimo ANNIVERSARIO DEL TERREMOTO DELL’11 GENNAIO 1693, RIBADISCO LA NECESSITÀ DEL RISVEGLIO DI UNA SERIA CULTURA DELLA PREVENZIONE, ATTUALMENTE ASSOPITA E, NELLA CONSAPEVOLEZZA CHE OGGI IL NOSTRO TERRITORIO È QUELLO A PIÙ ALTO RISCHIO IN EUROPA, PER I MOTIVI CHE HO IN DIVERSE OCCASIONI ILLUSTRATO, LANCIO UN APPELLO AFFINCHÉ IL GOVERNO NAZIONALE ATTIVI UNA LEGGE SPECIALE PER LA TUTELA SISMICA DEL SUD-EST DELLA SICILIA.
Il terremoto dell’11 gennaio 1693 in Sicilia orientale è l’evento di più elevata magnitudo della storia sismica italiana. Questo terremoto ha provocato distruzione completa in molte città delle attuali province di Catania, Siracusa e Ragusa e gravi danni fino a Palermo e Messina . Lo tsunami che ha colpito l’intera costa ionica aveva onde fino ad 8 metri. I morti furono sicuramente oltre 60 mila.
A Catania morirono 16 mila persone su 20 mila abitanti che contava allora la città.
La prima scossa arrivò la sera del venerdì 9 gennaio alle 21 circa, crollarono numerosi edifici e vi furono vittime, altri edifici furono seriamente lesionati. Il sabato passò senza forti scosse, mentre la mattina di domenica alle ore 9 si ebbe una forte scossa e un’altra circa un’ora dopo. Ma l’evento principale, la scossa di 7,4° Richter, arrivò alle 13 e 30, provocando l’immane distruzione e l’innesco del successivo maremoto. Lo sciame sismico con le scosse di assestamento, anche forti, si protrasse ancora per circa due anni con un numero elevatissimo di repliche. Ne vengono stimate circa 1500 di varia intensità.
La conoscenza di questi eventi e la consapevolezza del fatto che gli stessi hanno grande possibilità di riverificarsi, dopo un certo numero di anni, il cosiddetto periodo di ritorno, là dove sono già avvenuti, fecero affermare diversi anni fa a Giuseppe Zamberletti quanto segue:
"La Sicilia orientale in Italia è come la California per gli Stati Uniti. Li si aspetta il Big One, il grande terremoto. Qui da noi il Big One atteso è quello della Sicilia orientale. Se si verificasse provocherebbe decine di migliaia di vittime.....Negli ultimi 25 anni non mi risulta che sia stato fatto qualcosa per attenuare i danni che potrebbe provocare un terremoto di grande energia. Purtroppo nel nostro paese non c'è cultura della prevenzione......E non è solo colpa dei politici, è che spesso sono anche i cittadini a non volerne sapere."
Queste parole pronunziate dal compianto Giuseppe Zamberletti, il padre della Protezione Civile italiana, consapevole di quello che è già accaduto e che pertanto potrebbe accadere nuovamente , ci devono fare riflettere tutti, politici e cittadini.
E desidero citare una frase celebre di Kofi Hannan, che evidenzia come solo figure di Statisti possono attivare serie politiche di prevenzione. I mediocri politici che infestano la nostra realtà amministrativa hanno bisogno di risultati immediati da portare all’incasso alle successive elezioni.
“Strategie di prevenzione più efficaci farebbero non solo risparmiare decine di miliardi di dollari ma salverebbero decine di migliaia di vite. Costruire una cultura di prevenzione non è facile. Mentre i costi della prevenzione debbono essere pagati nel presente, i suoi benefici si avvertono in un futuro distante. Per di più, i benefici non sono tangibili: essi sono disastri che non sono accaduti.”
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ALLA LUCE DI QUANTO DETTO RITENGO ASSOLUTAMENTE INDISPENSABILE SVEGLIARSI DAL TORPORE IN CUI SIAMO CADUTI TUTTI, POLITICI, SOCIETÀ CIVILE E CITTADINI.
IL GOVERNO NAZIONALE DOVREBBE AL PIÙ PRESTO EMANARE UNA LEGGE SPECIALE PER LA TUTELA SISMICA DEL SUD-EST DELLA SICILIA.
GLI AMMINISTRATORI LOCALI DEVONO RIUSCIRE AD INTRAPRENDERE UN PERCORSO VIRTUOSO, DELLA DURATA DI NUMEROSI LUSTRI, METTENDO IN SICUREZZA GLI EDIFICI PUBBLICI, COMINCIANDO CON LE SCUOLE.
LE VERIFICHE DI VULNERABILITÀ SISMICA, DA EFFETTUARE PRIORITARIAMENTE, DARANNO UNA SCALETTA DELLE PRECEDENZE.
PARTENDO DALLE SCUOLE PIÙ VULNERABILI, RITENGO CHE POTREMMO ESSERE SODDISFATTI SE A CATANIA E PROVINCIA RIUSCISSIMO A METTERE IN SICUREZZA ALMENO CINQUE SCUOLE ALL’ANNO.
NELL’ARCO DI UN VENTENNIO SI POTREBBE METTERE IN SICUREZZA UNA BUONA PARTE DELLE SCUOLE PRIVE DEI REQUISITI ANTISISMICI, LE PIÙ DEBOLI: SAREBBE GIÀ UN RISULTATO SODDISFACENTE.