Una storia che continua ad indignare dipendenti, quella di Monalisa Contact, call center del Gruppo Aura con sede a Misterbianco. L’epilogo, purtroppo, si conosce già: 101 persone, e le loro rispettive famiglie, devono fare i conti con la realtà della disoccupazione in Italia fino ad un prossimo impiego, ma nel frattempo si continua ad approfondire la questione dal punto di vista legale. Martedì 23 luglio, infatti, si riunirà la V Commissione “Cultura, Formazione e Lavoro” per approfondire le problematiche vissute dai lavoratori del call center assieme all’assessore regionale per la famiglia, le politiche sociali ed il lavoro, e all’assessore regionale per le attività produttive. Dal canto suo, la proprietà ha fatto dei passi per chiudere questa situazione nel minor tempo possibile. Stamane ha infatti versato, a detta sua, il 70% dello stipendio di giugno dovuto ai suoi lavoratori (l’ultimo stipendio che gli spetta), ma i conti non quadrano affatto. È vero che il versamento è stato correttamente ricevuto sia dai dipendenti part-time che da quelli full-time, ma non si parla della percentuale dichiarata. Facendo dei calcoli, la somma versata corrisponderebbe infatti ad un 30%: la somma complessiva calcolata dalla proprietà non include l’indennità sostitutiva del preavviso, che corrisponde a 15 giorni lavorativi da pagare regolarmente ai singoli lavoratori. I dipendenti hanno ricevuto un versamento di circa 250 euro, e lo stipendio di un lavoratore part-time ammonta a circa 800 euro. Ma non è tutto. L’azienda sembra non avere alcuna intenzione di versare il TFR che spetta ad ognuno dei suoi dipendenti e, se così fosse, la Monalisa Contact s.r.l. riceverà il decreto ingiuntivo da settembre in poi. Continua a non essere chiara, inoltre, la posizione del Gruppo Aura (di cui fa parte il call center di Misterbianco) in merito a quanto sta accadendo. Un gruppo solidissimo, che continua a proporre nuove iniziative sui social e ad aprire filiali in tutta Italia, l’ultima nei pressi di Milano. Mentre al sud si sta assistendo all’ennesimo licenziamento di massa, al nord si continua a lavorare regolarmente senza il minimo problema, o almeno così sembrerebbe. Durante l’incontro in Prefettura del 2 luglio, Sergio Romano (sindacalista di Uil Tucs) aveva già chiesto all’Ufficio del Lavoro di condurre delle vere indagini per capire quali sono le responsabilità del Gruppo Aura, qualora ci fossero.