https://www.youtube.com/watch?v=69jBwiOdRRY Mentre al 30 luglio 2019 a contrada Tanazzi l'impianto di sollevamento d'acqua sito nel comprensorio del Consorzio di Bonifica di Catania, che gestisce l'irrigazione per 5000 ettari di terreno, tenta di dare il suo meglio per un servizio irriguo agli agricoltori, si assiste ad immagini per cui l'acqua c'è, si solleva, ma finisce per perdersi tra le rotture della conduttura e trasformarsi in beffa per gli agricoltori che la vedono scorrere, ma non per loro! Acqua che finisce nei fossi di scolo per raggiungere il mare aperto, pur essendo stata invasata nei mesi invernali con l'auspicio di garantire risorse irrigue bastevoli per una stagione irrigatoria in linea con le precipitazioni abbondanti alle quali abbiamo assistito. «Purtroppo siamo al punto zero di una gestione programmatica insufficiente e sottovalutata sotto ogni aspetto - sottolinea Ernesto Abate, segretario regionale Sifus Consorzi di Bonifica - quantificabile in quaranta giorni di ritardo sulle attività lavorative che si sommano a quelle che arrivano per vetustà delle infrastrutture. Deficit per cui ogni giorno il Consorzio di bonifica di Catania tenta di colmare mediante l'utilizzo delle ditte esterne mediante l'affidamento diretto degli appalti sotto soglia. Ma forse nessuno vuole vedere come realmente stanno le cose e dare un nome ad ognuna di esse, come ad esempio il P.O.V. (pianta di organizzazione variabile) svuotata di quasi tutte le figure necessarie, infatti a fronte di un fabbisogno di 280 dipendenti ve ne sono appena 111 in pianta stabile e poco meno di 120 a tempo determinato che prestano servizio tra tre e sei mesi l'anno; indubbiamente resta carente l'organico di altre cinquanta figure professionali. Se a quanto descritto aggiungiamo che il Consorzio da qualche anno ha aggiunto tra le proprie competenze anche quelle relative alla gestione dell' acquedotto di contrada Vaccarizzo per il quale si fornisce acqua igienico sanitaria alla popolazione che la abita, sottraendo ulteriori risorse umane dal servizio irriguo, è ovvio che il personale non è bastevole per garantire le prestazioni necessarie. Inefficienze che si sommano al mancato investimento sulla realizzazione di una nuova, moderna e razionale rete infrastrutturale che possa compensare anche nei costi un servizio irriguo ad un'agricoltura capace di essere competitiva nel mercato. Per questi evidenti motivi, il percorso avviato sulla riforma del settore dei Consorzi di Bonifica è inevitabile ed improcastinabile, tenendo conto che solo avviando il riempimento delle piante organiche nel frattempo che si realizzano le reti di adduzione e veicolazione dell'acqua, si potranno contrastare le emergenze! Come organizzazione sindacale chiediamo al Commissario straordinario della Sicilia Orientale dott. Francesco Nicodemo ed al direttore generale protempore della Sicilia Orientale dott. Giuseppe Barbagallo di mostrare un cambio di rotta rispetto al passato, a partire dalla rotazione delle figure apicali e dalla valorizzazione del personale e delle professionalità interne».