di SAMI... Per adesso a volare sono solo gli stracci e i comunicati stampa mentre sul caro biglietti e sceso un'assordante silenzio. Sono tante e si susseguono quotidianamente le prese di posizioni e le reazioni alla decisione presa dall'assemblea dei soci della Sac che ha avviato l’iter per la privatizzazione dell’aeroporto di Catania. L’assemblea dei soci della SAC ha deliberato l’avvio dell'iter di cessione di almeno il 51% delle quote degli enti coinvolti detenute dalla Camera di Commercio del Sud- Est per il 61,22%, dalla Città metropolitana di Catania dal Libero consorzio di Siracusa e dall'Irsap per il 12,24% ciascuno, mentre il Comune di Catania detiene il 2,04%, che però non vende iter di vendita che dovrebbe concludersi tra 12 mesi. La vendita avverrà con una gara ad evidenza pubblica e la selezione di tre advisor: uno finanziario, uno legale e uno industriale. Tra i requisiti che la società acquirente deve essere 'investitore con sede nell'Ue', 'gestore aeroportuale o azionista di maggioranza (o di minoranza qualificata) di altri gestori aeroportuali Ue, avere 'parametri di solidità patrimoniale-finanziaria'. Il vincitore sarà scelto 'non solo sulla base del prezzo, ma soprattutto della qualità del piano industriale'. E ci saranno precisi paletti: divieto per il socio privato di vendere le azioni per almeno 5 anni, diritto di prelazione per i soci pubblici in caso di successiva cessione della maggioranza da parte dei privati. Ovviamente in Sicilia terra gattopardiana per eccellenza, ci si trova di fronte al riaffiorare di sussulti separatisti mentre ci si deve rendere conto che le già scarse fonti di ricchezza sono concentrate nelle mani di una ristretta cerchia di operatori che bada, in quanto privi di interessi sociali, solo ai profitti. In questi giorni il dibattito si è fatto aspro e ampio sia nelle forze politiche che in quelle imprenditoriali tirando in ballo pure la massoneria e l'antimafia ma dove sta la verità?? E opportuno privatizzare? E a chi?? Per i nostri lettori abbiamo selezionato alcune dichiarazioni di politici e non dalle quali farsi la propria opinione...(buona lettura). “Il Governo Musumeci – afferma l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone – resta vigile riguardo l’avvio dell’iter per la privatizzazione dell’aeroporto di Catania. La Regione Siciliana, dando l’assenso alla cessione di quote, non ha però concesso una delega in bianco ai vertici della Sac, la società di gestione della scalo di cui comunque il Governo, indirettamente, controlla solo una quota minoritaria. Il via libera alla collocazione sul mercato delle quote – aggiunge l’assessore – è subordinato alla presentazione di un puntuale e strategico Piano industriale per Fontanarossa. Il percorso, del resto, è ancora lungo perché, in primo luogo, dovrà essere selezionato un advisor internazionale. Dopo, gli eventuali acquirenti dovranno dimostrare di sostenere corposi investimenti infrastrutturali, oltre che a garantire considerevoli vantaggi finanziari per gli enti soci. Abbiamo così posto dei paletti – conclude l’assessore Falcone – per evitare potenziali svendite, salvaguardando gli interessi dei siciliani e quelli di uno scalo dove, comunque, permarrà una significativa e influente presenza pubblica”. Il M5S chiede al governatore Nello Musumeci di riferire in aula sulle sorti di un’importante infrastruttura quale è appunto lo scalo etneo. “Un’operazione che decide le sorti di un’importante infrastruttura strategica per la Sicilia come l’aeroporto di Catania – affermano i deputati regionali del M5S – deve passare giocoforza dall’Ars. Poco è dato di sapere sui progetti di sviluppo infrastrutturale – aggiungono – adesso Musumeci venga a riferire in aula, spiegando i dettagli dell’operazione, che al momento giustamente desta non pochi interrogativi tra i cittadini”. La deputata del Movimento Cinque Stelle Simona Suriano ha depositato un’interrogazione a risposta scritta interpellando i ministeri degli Interni e dello Sviluppo Economico sulla situazione dell’aeroporto di Catania e del presidente della Camera di Commercio della Sicilia Orientale Pietro Agen che risulta essere un massone “in sonno”, che il presidente della Camera di Commercio Pietro Agen – dice Suriano – sia un massone è cosa conclamata, tanto che lo ha ammesso lui stesso in diverse interviste. Appare però un fatto molto strano che un appartenente alla Grande Loggia del Grande Oriente d’Italia, seppure “in sonno”, ricopra ruoli di rilevanza pubblica così delicati specie in un momento cruciale per l’aeroporto di Catania. In questa importantissima struttura del Mezzogiorno la Camera di Commercio detiene le quote di maggioranza della Sac”. “Proprio sulla legittimità di tale ruolo, alla luce di una conclamata adesione alla massoneria, si è interrogato anche il Codacons che ha chiesto alla Prefettura di avviare una verifica. La stessa prefettura ha inviato una nota alla Regione. Finita adesso all’attenzione dell’assessorato regionale delle Attività Produttive per una valutazione. E’ possibile che Agen continui a rivestire un ruolo del genere dove deve essere preminente l’interesse pubblico, escludendo qualsiasi altra interferenza di natura privatistica o condizionamenti di strutture esterne”. L’amministratore delegato della Sac, Nico Torrisi: “avere il pieno sostegno di tutti i soci, che ringraziamo, dà un ulteriore slancio alla governance di Sac per un percorso fondamentale per il futuro non soltanto di questa azienda, ma dell’intera Sicilia”. Il fondatore di Air Sicilia Luigi Crispino dichiara “non ci vengano a dire che si vende per gli investimenti. La Regione e il Comune per la prima volta si stanno dannando l’anima per portare settecentocinquanta milioni di investimenti in favore di un aeroporto che non sarà più dei siciliani, secondo le loro intenzioni”. Crispino poi chiama in causa anche la massoneria e conclude: “di certo, sappiamo che la mala gestione di questi anni, con sprechi che sono stati ampiamente documentati in passato, sarà ora coronata dalla gestione di uno degli affari meno trasparenti e più vigliacchi della Sicilia. Chi ha approvato la vendita è colpevole di aver pugnalato alle spalle tutti noi siciliani”. Il segretario generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa Paolo Sanzar dichiara “La questione che riguarda la privatizzazione della Sac di Catania è di estrema serietà soprattutto per l’aspetto che riguarda le ricadute che si avranno con la gestione dell’aeroporto di Comiso. Quali sono le prospettive? Che cosa dovranno aspettarsi da questa mossa i cittadini della provincia iblea che aspiravano legittimamente a un rilancio del Pio La Torre che, adesso, chissà come e chissà quando si potrà concretizzare? Sedersi attorno a un tavolo, ora, forse non servirà. Ma un tentativo lo dobbiamo fare. Per chiarirci le idee. E soprattutto capire a che cosa oggettivamente possa puntare questo territorio sul piano infrastrutturale”. L'ex ministra e deputata di Forza Italia Stefania Prestigiacomo. "La vicenda della privatizzazione dell’aeroporto di Catania sta assumendo giorno dopo giorno toni e caratteristiche sempre più opachi e preoccupanti.Anche la Regione nonostante le stentoree dichiarazioni di alcuni esponenti del suo governo, ha dato con il suo rappresentante il via libera all’operazione di svendita del “gioiello di famiglia” siciliano. La SAC, società pubblica, con capitale a maggioranza della SuperCamera di Commercio della Sicilia sud orientale gestita dal presidente Pietro Agen, vero deus ex machina della privatizzazione, è una società in attivo, che produce utili, che non si comprende per quale ragione vada svenduta al privato. Perché gli utili escano dal perimetro pubblico e finiscano in tasca ad un imprenditore privato? Non ce l’ho con gli imprenditori privati, sia chiaro, ma in questa operazione non c’è chiarezza. Non ci sono i fondi per la nuova pista? E le banche a che servono? Finanziano le imprese in attivo? La SAC non ha amplissime garanzie “reali” da poter offrire? Perché offrire ad un privato la chance di fare ciò che il pubblico potrebbe attuare senza problemi, svendendo di fatto uno dei maggiori aeroporti italiani? Ma se il disegno “finanziario” di Agen è palese, ancorché ambiguo nelle ragioni e motivazioni, assolutamente inspiegabile e la distanza sciroccosa della Regione Sicilia da una vicenda chiave per lo sviluppo del trasporto isolano.Perché la Regione non ha bloccato politicamente Agen? Perche non ha voluto vederci chiaro? Se la Regione intende continuare su questa strada dissennata, se intende continuare a sponsorizzare e condividere i progetti di Agen, proceda, ma non nel nome di Forza Italia e sappia che la battaglia per restituire dignità e trasparenza nelle scelte che riguardano il patrimonio pubblico non finisce. (credit photo: italiani.it) SAMI