Il Comitato tecnico scientifico ha individuato il tipo di test sierologico che si impiegherà su scala nazionale: si avvia così in Italia la procedura per i test di immunità, esami ematici che consentiranno di individuare i possibili “immunizzati” dal Coronavirus. Nelle prossime due settimane, l’Italia si doterà dei kit necessari, attraverso una procedura pubblica guidata dal commissario per l'emergenza coronavirus Domenico Arcuri. L’obiettivo è quello di ottenere un unico test nazionale, con cui si partirà coinvolgendo un campione di 150mila persone suddivise a seconda di genere, età e profilo lavorativo; che però non sostituirà il principale strumento di rilevamento della malattia, ovvero il tampone rinofaringeo che individua la presenza del Coronavirus nelle mucose respiratorie. Il test sierologico lo affiancherà, al fine di individuare tutte le persone entrate in contatto con il virus e gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario: verrà così garantito uno screening epidemiologico più completo. Contrastare e monitorare l’espansione del Covid-19 sono le due prerogative su scala nazionale e regionale che i test sierologici contribuiranno a monitorare. Dopo Veneto, Piemonte, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Marche e Puglia, anche la Sicilia metterà in campo un’azione mirata, sulla base del parere reso dal Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid-19 nell’Isola. L’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha dichiarato che la regione punta ad un’azione su un campione significativo della popolazione, che consentirà di osservare il fenomeno da una prospettiva più ampia. I test sierologici, complementari dunque al tampone, verranno condotti su precise categorie: si effettueranno i primi test sierologici quantitativi sul personale sanitario, mentre per le persone che popolano le Rsa, le Cta, e le Case di riposo si procederà con test sierologici qualitativi, ovvero con le card. Lo screening epidemiologico coinvolgerà inoltre Forze dell’ordine, dipendenti di uffici pubblici e le carceri, portando dunque avanti l’azione su una porzione significativa della cittadinanza siciliana, che la Regione condurrà attraverso la supervisione del dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico dell’assessorato alla Salute. Attraverso i test sierologici verrà così raccontata la “storia” della malattia, su scala regionale e nazionale: un altro passo avanti nella lotta contro il nemico invisibile.