Parlando di Catania non si può non soffermarsi sulla vicenda giudiziaria che interessa il sindaco Pogliese. Un dibattito mosso dall'amore per la città e colorato dai propri punti di vista comincia così: "La sentenza della corte costituzionale dice con chiarezza che la legge Severino va applicata anche al sindaco di Catania, nel frattempo proprio da Catania si attendono decisioni. Il futuro della città è nelle mani di un giudice che sicuramente prenderà ancora tempo prima di decidere. Pogliese rimane nel suo incarico nonostante la corte costituzionale l'ha negato. Pogliese pensa solo a far carriera politica e i Caf sono la rovina di Catania, costituiti in parte da gente che raccoglie consensi. La città ha bisogno di un grande sindaco. Bisognerebbe ripartire da una nuova classe dirigente. Privilegiare la politica del fare. Azione è il primo partito a Roma". Queste le parole di Carmelo Finocchiaro. Simile il pensiero di Giovanni Mangano: "Credo che il sindaco abbia sbagliato a non dimettersi già da subito. Dovrebbe dimettersi non solo per le accuse a suo carico ma per una miriade di motivi, partendo dallo stato d'indietrezza edilizia scolastica a finire nell'abusivismo. Purtroppo il mal governamento ha fatto si che la cittadinanza perdesse interesse e si astenga al voto. Quest'estensione è cresciuta tantissimo negli anni. Sono i giovani che devono ritrovare l'interesse per la politica, per la propria città. Guardando i miei figli capisco che la mia generazione e la loro c'è un grosso distacco. Bisognerebbe investire sull'educazione sociale dei giovani". E' chiaro che non tutte le responsabilità dello stato di una città ricadono sul Sindaco ma al contempo l'amministrazione non fa nulla per risanare le voragini di Catania. Eppure c'è chi decodifica la problematica con una diversa chiave di lettura. "Se il problema della città fosse il sindaco Pogliese, sarebbe facile risolverlo. Io temo che non sia così. Temo che il problema della città sia l'inesistenza di una classe dirigente adeguata e l'inesistenza della società civile. Tutti ci lamentiamo ma tutti siamo incapaci di prendere le retini della città, sfinita sotto ogni punto di vista. Le dimissioni di Pogliese sarebbero un male, lascerebbero che bande di avvoltoi lottino per il potere". Queste le parole di Di Rosa. A questo interrogativo risponde Pigi Di Rosa: "La gente si indigna ma non ha gli strumenti per agire. L 80 % dell'elettorato vota per protesta nuovi personaggi politici, rottamatori del sistema. Questo è chiaro basta soffermarsi sulle percentuali ottenute da Renzi poi dal movimento 5 Stelle e via discorrendo. Tutto ciò esprime il dissenso del sistema, però quest'ultimo è diventato sempre più violento. Pensiamo a quello che sta accadendo all'università di Catania. Di fronte al più grande sistema di corruzione si sta reagendo secretando gli atti del consiglio di amministrazione e del senato accademico. Nessuno escluso il mio giornale, si è indignano, neppure gli studenti. Il marcio è la casta di dirigenza che basa il potere sulla corruzione". In tutto questo caos bisogna dare speranza alla gente onesta, a chi paga le tasse, ai laureati. A tutti coloro che non hanno schieramenti politici ma sperano il una vita dignitosa in una città meravigliosa, che per colpa di uno o tutti, vive tra mille problematiche. Mangano va giù duro: "Tutto ciò dipende dai sistemi elettorali. Noi non ne abbiamo uno che ponga delle 'vere' primarie. Di conseguenza è Roma a prendere delle decisioni". Conclude Pier Luigi Di Rosa " Il sistema della quale parlavo si è costituito sulla base della legge elettorale appena accennata. Bisognerebbe tornare ad un sistema elettorale che dia la possibilità al cittadino di eleggere e stimare i propri rappresentanti. Questo darebbe potere al cittadino e smonterebbe quel sistema corrotto che così com'è si basa su voti di preferenza nella quale si sa chi si vota e perché".La redazione di SicraPress accende i riflettori sulla politica. Nell'appuntamento con "Luci Spente" si affronta un'importante tematica: Catania in ginocchio; nessuno se ne accorge! In studio Giovanni Mangano, coordinatore regionale di Confedercontribuenti e Carmelo Finocchiaro, responsabile catanese di Azione (il partito di Carlo Calenda). In collegamento Pier Luigi Di Rosa, direttore editoriale di SudPress.
E' possibile che a Catania nessuno si accorga del continuo degrado? La gente ha smesso di indignarsi?
La Meloni sceglie il candidato sindaco di Palermo, ovvero la Varchi, per dare il via libera a Salvini che darà l'ok a Minardo per candidarsi alle regionali. Le sorti della Sicilia dipendono da Roma, tutto ciò è normale?