Il 2021 è stato contrassegnato da un termine: emergenza. In Sicilia, a Catania soprattutto, l’argomento relativo ai rifiuti è stato sempre accostato a quello di emergenza. Fotografie delle nostre città sommerse da mari di rifiuti ci hanno restituito un’immagine indecorosa della nostra isola, i cittadini hanno a più riprese invocato l’intervento di chi di dovere per risolvere una situazione ormai da tempo insostenibile. È il momento - arrivati al principio di un nuovo anno - di tirare le somme e fare il punto sulla situazione rifiuti in Sicilia: a farlo è stato l’ing. Salvatore Raciti, esperto in ambiente, che è intervenuto a “L’ambiente è casa nostra” della redazione Sicra Press, per riflettere sulle possibili soluzioni al problema. «Siamo in emergenza - chiarisce sin da subito Raciti - in questo momento c’è sicuramente un problema relativo allo smaltimento dei rifiuti. A questo si aggiunge nella nostra zona un momento di passaggio ad un nuovo appalto, cosa che crea delle problematiche particolari. La raccolta differenziata stenta a decollare nelle realtà metropolitane come la nostra. In Sicilia l’unica realtà che è riuscita a raggiungere buoni livelli di differenziata e Messina, dove ci si avvicina al 50%. Il fatto che noi non riusciamo a raggiungere questi numeri comporta che i cittadini dei comuni del circondario spesso conferiscono i rifiuti dove non viene fatta la raccolta porta a porta, portandoli nella città metropolitana di Catania o abbandonandoli in giro, creando un grave problema di inquinamento ambientale». È fondamentale, in situazioni come queste, compiere un grande lavoro che coinvolga informazione, divulgazione e sensibilizzazione nei confronti dei cittadini, ma quali altre soluzioni potrebbero essere ancora adottate? «Bisognerebbe incrementare i controlli - risponde Raciti - che adesso stentano a partire, per carenza di personale. Nella mia passata esperienza, occupandomi di controllo rifiuti presso la città metropolitana di Catania, ho cercato di attivare soluzioni aggiuntive, ad esempio cercando di coinvolgere nei controlli in modo attivo associazioni di volontariato con il coordinamento di uno degli enti di controllo». L’abbandono dei rifiuti è una piaga che si è espansa a livello capillare nel nostro territorio, «ed altrettanto capillare deve essere il controllo. Una proposta di legge è stata presentata ai competenti dipartimenti della Regione per essere portata in discussione, speriamo che questo sia l’anno buono». Altro problema è poi quello relativo alla carenza impiantistica: «C’è bisogno di un nuovo impulso alla costruzione degli impianti. In questo momento mancano gli impianti che possono trasformare gli scarti che potrebbero in futuro essere recuperati dal punto di vista energetico. La Regione ha fatto un avviso che scadeva il 31 dicembre 2021 e speriamo che da questo avviso scaturisca un iter amministrativo che in tempi brevi porti ad una soluzione a medio e lungo termine. A medio termine si dovrà lavorare al recupero energetico dei rifiuti, ci saranno ovviamente tempi di realizzazione, verranno richiesti anni. L’unica soluzione a breve termine in questo momento è la discarica. Quando non riusciremo (da un momento all’altro) a portare i rifiuti in discarica dovremmo portarli fuori dalla Sicilia, con notevoli costi aggiuntivi, ma è l’unica alternativa altrimenti i rifiuti ci sommergerebbero». L’unico modo quindi per risolvere l’emergenza rifiuti in Sicilia, o almeno tentare di farlo, è quello della progettazione: ideare, programmare ed avviare soluzioni a breve, medio e lungo termine è indispensabile, non è più possibile rimandare.