Non è passata inosservata la tremenda gaffe, che fino ad oggi fa discutere, avvenuta durante il terzo serale della nota trasmissione Amici di Maria De Filippi andato in onda sabato 2 aprile. Alessandra Celentano - nota e storica maestra del programma - si è resa protagonista di un momento di basso livello televisivo rivolgendo una battuta a sfondo razzista al diciannovenne ballerino adranita Nunzio Stancampiano. “Lo voglio bene”: così ha esordito la maestra Celentano rivolgendosi al ballerino, imitando il modo di parlare - non sempre impeccabile - del giovane. “Vabbè, ma è siciliano”, si è così giustificata l’insegnante, affermazione criticata all’istante dal pubblico e dalla conduttrice Maria De Filippi, che ha tenuto a dissociarsi da quanto affermato dall’insegnante, precisando che la regione è stata patria di artisti e scrittori fondamentali per la cultura italiana. "Viva la Sicilia, lo dico sul serio” è stata la precisazione della maestra di danza, precisazione che non è però servita a placare gli animi dei siciliani indignati che, attraverso i social network, hanno fatto sentire la loro protesta. “Maestruzza bedda - esordisce un’utente su Facebook, Antonella Pavasili - due paroline voglio scrivergliele. Indecisa se scrivere nella mia lingua madre o in italiano, alla fine ho optato per l’italiano, così da essere certa che lei comprenda. Perché per comprendere il siciliano, lingua conosciutissima e compresa ovunque, grazie a certi signori che non sto nemmeno a ricordarle (sarebbe probabilmente fatica sprecata), non basta esserci nati in Sicilia, occorre altro. Occorrono, soprattutto, la capacità e il coraggio di rompere le gabbie del pregiudizio, di aprirsi ad una cultura ricca di sfaccettature ed eccessi, di teatro e dramma, di lacrime e risa, di rabbia e quiete [...] Torni sull’argomento e chieda scusa. No, no. Non chieda scusa per ciò che ha detto al giovane siciliano ma per la stucchevole, inutile e ipocrita affermazione successiva, pronunciata dopo la reprimenda della De Filippi. “Ma io amo la Sicilia!” Ma che fa lei, babbìa? Per chi ci ha preso? Pensa davvero che siamo dei minchioni disposti ad accettare la sua graziosa elargizione? No, davvero”. Questa triste storia ha evidenziato come ancora una volta una pericolosa generalizzazione e un pregiudizio interiorizzato, difficile da scardinare, possano far piombare nello sconforto e nel senso di inferiorità un popolo che di cultura al Paese ne ha data tanta, e ancora continua a darne. Una trasmissione televisiva così seguita come Amici non dovrebbe permettersi scivoloni di questa portata, frustranti per chi prova a combattere contro un’equazione che ormai non regge più, che vede automaticamente accostare siciliano=ignorante. Anche il sindaco di Adrano - città natale del ballerino Nunzio - Fabio Mancuso, ha detto la sua sui social riguardo la vicenda e invitando la maestra Celentano a ricredersi sulla Sicilia, sui siciliani e sugli adraniti tramite un invito: “Noi adraniti siamo testardi, determinati e passionali un po’ come tanti siciliani. Terra di talenti come Nunzio, di scrittori, di eroi e di tanta gente comune che nonostante le contraddizioni e le discriminazioni coltivano nel loro cuore l’orgoglio di essere italiani. Siamo anche un popolo che ha un cuore grande e l’accoglienza e’ stata sempre nel nostro sangue. Per questo motivo da Sindaco della città di Adrano invito la maestra Celentano nella nostra città , avrà modo di apprezzare le bellezze artistiche, i nostri prodotti tipici, il nostro dialetto e il nostro amore”. Alle dichiarazioni del primo cittadino del comune alle pendici dell'Etna hanno fatto eco anche quelle del sindaco di Cerda (comune del palermitano), e una schiera sempre più folta di personalità politiche. La polemica social è divampata nell'arco di poche ore, fino ad occupare le prime pagine di quotidiani nazionali. Sono state tantissime le manifestazioni di solidarietà nei confronti del popolo siciliano, spesso vessato da pregiudizi e stereotipi che non rispecchiano la vera essenza della "sicilianità". La Sicilia è culla di popoli, culture, arte, lingue, è una terra fiera, che non accetta discriminazioni, che non nasconde le sue ombre e le sue luci e che chiede di essere vista per quello che è.