Cumuli di immondizia, nuvole di fumo che si sollevano dalle strade, cattivo odore in ogni angolo: sono tutti sintomi di un male che affligge le nostre città, meglio noto come emergenza rifiuti, triste realtà di tutti i giorni a cui sembriamo esserci pericolosamente abituati. Il problema dei rifiuti è una piaga di ogni grande città della nostra isola, e Catania non fa certo eccezione: ogni giorno le cronache raccontano di episodi legati a rifiuti che occupano le strade, roghi maleodoranti dovuti alla combustione dell’immondizia (dannosi per la salute di chi li respira) ma dov’è l’indignazione feroce di cittadini e amministrazioni nell’assistere ad episodi del genere? Per risolvere il problema rifiuti non basta il contributo di alcuni cittadini o di alcune aziende che si occupano di selezione e valorizzazione dei prodotti di scarto, è necessario un impegno costante, bisogna investire sui rifiuti in modo tale che cessino di diventare un problema per essere, finalmente, una risorsa. E di rifiuti come risorse parla Gianluca Lanza, direttore generale W.e.m, azienda di selezione e valorizzazione dei rifiuti che opera nel territorio siciliano con impegno e con metodi all’avanguardia. L’azienda possiede infatti, grazie a una partnership con aziende del territorio, un innovativo macchinario di selezione dei rifiuti in plastica e metallo che incide significativamente sulla qualità del materiale riciclato: «La nostra nuova linea di selezione automatizzata - spiega Lanza - processa il rifiuto misto plastica metalli separando le tipologie di rifiuto. Il primo step è composto da un aprisacco che lacera i sacchetti dove gli utenti depositano i rifiuti riversandoli su un nastro trasportatore che porta il materiale ad un separatore balistico a 6 pale che ha la funzione di separare il rifiuto piatto (2D) da quello rotolante (3D)». I materiali sono poi sottoposti a ad un’attenta selezione e ad un controllo qualità che permette l’ottenimento di un prodotto conforme alle norme tecniche di settore. Da qui l’incontro tra tecnologia e qualità, che consente di dare nuova vita ai prodotti, «questa linea ci consente di processare circa 5 tonnellate per ora di rifiuto, garantendo standard qualità elevatissimi». Esistono quindi strumenti in grado di valorizzare dei rifiuti, ma un prodotto di riciclo può essere considerato come nuova materia prima, dotata di pari dignità rispetto al ‘prodotto originale’ o è pur sempre un prodotto di riciclo, scadente o di minor valore rispetto ai prodotti da cui deriva «Assolutamente no - sono le parole rassicuranti di Lanza - anzi ormai le materie prime seconde sono una realtà e sempre più tipologie ricevono il titolo di ‘end of waste’, non possedendo più appunto la natura di rifiuto e prendendo quella di MPS».’End of waste’, ma di cosa si tratta? Con questo termine si sancisce la cessazione della qualifica di rifiuto, nata in ambito comunitario con la direttiva 2008/98/CE del 19 novembre 2008. Il rifiuto selezionato e trattato acquista dunque una nuova natura, ed è pronto ad essere commercializzato come materia prima seconda da ulteriori aziende del territorio, come la Siciliana Maceri e Servizi, azienda con sede a Taormina che si occupa proprio del commercio di queste nuove materie, nella fattispecie carta e cartone, così da alimentare la catena del ciclo del riciclo, fondamentale per un processo dinamico di transizione ecologica. La sinergia tra cittadini e aziende che lavorano per il bene del nostro ambiente è un elemento fondamentale per la nostra vita in armonia con la terra che ci circonda, e un comportamento realmente ‘eco-friendly’ può restituirci numeri incoraggianti per spingerci a fare sempre meglio «e i numeri della raccolta differenziata in Sicilia - precisa il direttore generale W.e.m. - ci fanno ben sperare crescendo vertiginosamente ogni anno, segno che i cittadini hanno sviluppato una coscienza ambientale importante . La Sicilia ha superato il 50% di raccolta differenziata e il numero sarebbe ancora maggiore - se non fosse per le 3 città metropolitane (Palermo Messina e Catania) che ancora arrancano, ma hanno iniziato un processo di raccolta porta a porta che nel giro di un paio di anni li porterà a livelli importanti di raccolta differenziata. La speranza in un futuro migliore, unita al lavoro concreto sul territorio, può promettere scenari incoraggianti, «sono convinto che in Sicilia supereremo il 65% di raccolta differenziata nel breve periodo».