Libera non finisce mai. E' infatti una rete di associazioni, cooperative sociali, movimenti e gruppi, scuole, sindacati, diocesi e parrocchie, gruppi scout, coinvolti in un'impegno non solo contro le mafie, la corruzione, i fenomeni di criminalità e chi li alimenta, ma profondamente per la giustizia sociale, per la ricerca di verità, per la tutela dei diritti, per una politica trasparente, per una legalità democratica fondata sull’uguaglianza, per una memoria viva e condivisa, per una cittadinanza all’altezza dello spirito e delle speranze della Costituzione.
Centro di Aggregazione costituito ufficialmente il presidio Libera
Da quanto su scritto si evince senza indugio l'importanza della presenza del presidio Libera anche nel territorio di Scordia. Paese che ha registrato due vittime della mafia: Nicola D'Antrassi e Carmelo Agnone. Il presidio di Scordia è rappresentato da Giuseppe Valenti Caniglia. Con impegno e passione, si è fatto portavoce di una missione comune mossa dal senso di legalità e di onestà che i cittadini, tutti, dovrebbero manifestare in ogni modo e luogo per sconfiggere quella mafia che ancora oggi persiste nella mentalità contorta di molti.
Chi è stato Carmelo Agnone?
Possibilmente non tutti conoscono nei dettagli la storia di Scordia, la storia della Sicilia e la correlazione che questa terra ha con la mafia. Carmelo Agnone classe 1921 era un giovane poliziotto, abile nel suo mestiere. Freddato dalla mafia a soli 28 anni.A ricordare la vita di Carmelo Agnone, ai microfoni di Sicra Press, è Carmelo Gambera: "Era quasi naturale che un presidio che nasce a Scordia sia intitolato ad una vittima della mafia dello stesso paese. Agnone era un poliziotto che alla fine degli Anni '40 del Novecento, lavorava presso la questura di Palermo. Quelli erano anni difficili, era l'indomani della seconda guerra mondiale e si viveva immersi nei problemi economici/sociali. Per sfamare le famiglie molti emigravano, parecchi lavoravano la terra sotto le dipendenze degli agrari che si facevano scudo con i mafiosi contro i contadini che rivendicavano salari dignitosi e orari di lavoro sostenibili, e l'eccidio di Portella della Ginestra del 1 maggio 1947 è da inquadrare in questo contesto".Nella Sicilia di quel periodo esistevano più di 30 bande armate e lo Stato per arginare questo fenomeno costituì l'ispettorato generale di pubblica sicurezza formato da un gruppo di carabinieri (750) e poliziotti (340). Tra questi vi era Carmelo Agnone, tiratore scelto che aveva ricevuto parecchi encomi . Operava in prima linea per sgominare la banda di Salvatore Giuliano quando il 2 luglio 1949 si recava insieme a 8 colleghi, su di un mezzo militare, verso Palermo. La banda di Giuliano li prese in assalto con spari e bombe: morì Agnone per primo, insieme ad altri due poliziotti. Nella notte, presso l'ospedale militare di Palermo, altri due si spensero. La indagini non riuscirono ad accertare se l'azione criminosa fosse stata pianificata, ma il sospetto che i malviventi sapessero i movimenti della squadra militare portarono il ministro Scelba a costituire una commissione d'inchiesta parlamentare. Purtroppo non si arrivò a nulla, come spesso avviene in Italia."Carmelo riposa a Scordia in una tomba curata dalla famiglia ma concessa dal Comune - continua Gambera - a oggi la sua storia sembra essere dimenticata. Nella mia attività di ricercatore di notizie storiche ho raccolto testimonianze e documenti utili a raccontare o meglio, a tracciare questa storia in un'opuscoletto a disposizione di chiunque si voglia informare. Anni fa proposi al comune di Scordia di intitolare un luogo ad Agnone. Il consiglio comunale si attivò quasi subito e dal 2019 il parcheggio sito dinanzi l'Istituto Comprensivo Salvo Basso è intitolata ad Agnone."Conoscere la storia, custodire i ricordi e farsi portavoce di quanto accaduto è importante. Carmelo Gambera conclude lanciando un'invito al comune di Scordia: "Al cartello, posto all'ingresso del paese, con la scritta: 'Scordia paese delle arance più dolci del mondo' bisognerebbe aggiungere la dicitura 'Scordia paese che ripudia la mafia'... ".