Nel popoloso quartiere di Librino l'associazione "Primavera Onlus", si dedica ai minori a rischio: i bambini che vivono una situazione difficile in famiglia vengono assegnati all'associazione che li accoglie nella scuola elementare Mary Poppins. Questa è un punto di riferimento consolidato per il quartiere, e ha salvato molti giovani dalla strada e dalla delinquenza, come testimonia Gabriele Scandurra, un ragazzo che deve molto a questa scuola e che, senza di essa, non sarebbe mai potuto arrivare dov'è ora. Scandurra, 31 anni, conosciuto come Lele 'Il Pizzaiolo Etneo', con oltre 20.000 followers sui social, ha fatto una dura gavetta nel settore della ristorazione sino a diventare oggi consulente per le pizzerie oltre a essere co-fondatore di Botanike, uno dei primi a portare la pizza moderna a Catania.
Primavera Onlus, trasmettere valori fin dall'infanzia
Lele Scandurra inizia raccontando la sua storia: "Sono nato e cresciuto a Librino, all'età di 6 anni ho iniziato a frequentare la scuola elementare Mary Poppins e in sostanza passavo lì tutte le mie giornate, dalle 8 alle 20; rimanevo dopo le lezioni per frequentare attività scolastiche pomeridiane, che mi permettevano di stare lontano dalla strada e in contatto con tanti altri ragazzi della mia età. La maggior parte erano attività sportive come la piscina e il rugby ma la più importante di tutte per me è stata il calcio che ha avuto un grande impatto sulla mia vita. Ci allenavamo 3 volte a settimana, sotto la guida del fratello della direttrice Anna Pennisi, Simone Calogero che, oltre ad essere un ottimo allenatore, era incaricato di scegliere nuovi coach ogni due anni per accompagnare noi ragazzi nelle varie fasi della crescita. La scuola ci forniva anche nuove tute ogni anno, senza ulteriori spese. Non ci limitavamo agli allenamenti, ma giocavamo anche partite e campionati che spesso abbiamo anche vinto. Per un periodo siamo stati addirittura affiliati con il Catania Calcio, potete immaginare cosa significasse per dei ragazzi come noi: l'esperienza ci ha regalato la capacità di sognare. Si è creato un rapporto profondo e duraturo con tutti gli allenatori e i compagni di squadra, infatti ancora oggi usciamo spesso tutti insieme. Ma il rapporto più significativo l'ho avuto con la mia unica maestra: Adriana Gatto che tutt'oggi è come una seconda madre per me".
All'età di 10 anni, dopo aver lasciato la scuola elementare per entrare alle medie, Lele ha sentito subito la differenza di approccio degli educatori, ma ha continuato a frequentare la scuola Mary Poppins tutti i pomeriggi dalle 15 alle 20, ha acquisito i valori dello sport e dell'amicizia, che l'hanno salvato da un futuro buio a cui purtroppo sono andati incontro molti ragazzi della sua età. "Se non avessi avuto questa possibilità non sarei qui" ricorda Lele con gratitudine, "purtroppo oggi la scuola chiude alle 14 e tutte queste attività non si svolgono più perché ho saputo che sono stati tagliati i fondi. È incredibile come lo Stato, la Regione o la stessa Amministrazione comunale, non comprendano l'importanza di questi luoghi, che potrebbero essere un salvagente per molti ragazzi. Per me quella è la scuola perfetta; ecco, la definisco la scuola del futuro, in cui sarei contento di mandare i miei figli".
Il percorso di Lele dagli anni di formazione a diventare consulente e cofondatore di Botanike
Ma anche per lui l'età dell'adolescenza è stata critica, tanto che le cattive influenze non sono mancate; infatti ci spiega con un po' di amarezza: "Dopo i primi 3 anni di scuola alberghiera, mi sono lasciato convincere dagli altri ragazzi che studiare non servisse a niente e ho abbandonato gli studi e il calcio per andare a lavorare e guadagnare qualcosa. Ho fatto mille lavori e ho visto da vicino la delinquenza, rischiando anche di caderci dentro, ma per fortuna gli insegnamenti che ho appreso da piccolo mi hanno salvato. Lasciare la scuola è stato un errore e me ne pento ancora oggi. Ma sbagli come questi possono diventare opportunità. Infatti ho iniziato a lavorare in un hotel-ristorante-pizzeria insieme a mia zia; ai tempi il pizzaiolo era un mestiere che si faceva perché non c'era altro ma io ne ero affascinato a tal punto che ho iniziato a lavorare gratis e, dopo aver fatto la gavetta, partendo da zero, sono stato in grado di prendere il posto di mia zia che aveva abbandonato il lavoro e sono diventato primo pizzaiolo a 23 anni. Questa è stata un'esperienza fondamentale che mi ha fatto capire come il mondo della pizza si stesse evolvendo e mi ha dato una marcia in più quando sono arrivati i social e ho iniziato a farmi conoscere anche tramite questi. Oggi sono conosciuto online come 'Il Pizzaiolo Etneo', il mio sito e le mie pagine social contano più di 20.000 followers".
Lele ci racconta poi il suo percorso: "Durante gli anni mi sono formato facendo tantissimi corsi (più di 15) riguardanti la pizza, il pane e la cucina in generale. Oggi faccio il consulente e sono un punto di riferimento per tutte le pizzerie, anche a livello europeo: ho lavorato anche in Francia e in Polonia. Qualche anno fa sono stato un co-fondatore e primo responsabile di uno dei ristoranti più importanti della zona di Catania: Botanike, uno dei primi a portare la pizza moderna a Catania. Ho vinto anche diversi premi: sono arrivato decimo al campionato mondiale di Parma 2022 e sempre quest'anno sono stato anche classificato tra i 'magnifici 10' su un articolo del Corriere della Sera e tra i 'magnifici 7' all'evento Garage Pizza 2019, oltre che aver vinto il premio come miglior pizza genuina a Napoli. Oggi sono ambasciatore in Sicilia della Moretti Forni, azienda leader a livello mondiale dei forni per pizza".
I progetti futuri guardano alla creazione di una nuova attività
Grazie all'importantissimo aiuto e sostegno che ha ricevuto da piccolo, Lele è dunque riuscito non solo a salvarsi dalla deriva delinquenziale ma anche ad avere una brillante carriera, infatti ci svela i suoi piani per il futuro: "Sto aprendo un mio locale a Catania in zona corso Italia: 'L'evoluzione - pizza contemporanea' e prevedo di espandermi in tutta Italia e se le cose dovessero andare bene, perché no? Anche in Europa".
Enzo Orazio Alberelli