Si avvicina il momento in cui dovranno essere ufficializzate le candidature per le prossime elezioni amministrative. Il fronte progressista a Catania punta su Emiliano Abramo, punta di diamante della Comunità di S.Egidio, che per la verità non sembra essere un candidato verosimilmente in grado di suscitare particolari entusiasmi, basti pensare che alle precedenti elezioni raggiunse poco più del 4% dei consensi. Alle nazionali (alla Camera) ha ottenuto il 15% dei consensi. Né il variegato campo che dovrebbe sostenerlo è in grado di suscitare emozioni tali da far prevedere una vittoriosa campagna di primavera, tenendo conto che gli esponenti di questa compagine paiono essere più vicini ai cittadini della ztl anziché ai catanesi dei quartieri popolari, dove si gioca la vera partita. Abramo potrebbe avere maggiori chances solo se, come parrebbe possibile, il partito dell’arcivescovo Renna e dell’ex prefetto Sammartino, dovesse decidere di puntare su di lui. Ma questo ancora non è chiaro. Chiaro è, invece, che la candidatura di Abramo mette all’angolo Enzo Bianco. L’ ex sindaco, infatti, se dovesse candidarsi si candiderà da solo; sicuramente Bianco farà il passo, ma che abbia possibilità di vittoria è assai improbabile. Le minestre riscaldate non piacciono a nessuno, e la minestra Bianco è riscaldata, ed infine raffreddata, dal 1993: diremmo anche basta ! Sono circolati e circolano ancora vari altri nomi( Lipera, Riccioli, Pellicanò, Cancelleri, Tomasello, lo stesso “ Scateno “ De Luca o chi per lui), ma si tratterebbe di candidature meramente velleitarie e non vale la pena di perdere tempo a valutarle perché lasciano il tempo che trovano. Verosimilmente, per ataviche ragioni fondate in primis su un clientelismo lungi dal venir meno e su una spregiudicatezza senza eguali nel rincorrere i voti anche di elettori diciamo così non particolarmente illuminati ed impegnati politicamente, il prossimo primo cittadino sarà – malgrado Pogliese e nonostante Pogliese – espressione di una coalizione di destra o comunque di centro destra. Questo è, forse o senza forse, l’unico dato certo. Incerto, incertissimo ancora oggi, è il nome del candidato su cui puntare, I nomi, a partire dall’auto proclamata Valeria Sudano, sono tanti: Razza, Parisi, Arcidiacono, Scavone (per conto del redivivo anzi del mai morto Raffaele Lombardo), perfino lo stesso Pogliese! Non sembra ci sia accordo su nessuno di essi. Pare che FdI rivendichi a sé la scelta, in un ambito valutativo di carattere nazionale. Non si sa ancora come finirà, ma una cosa è certa : i potenziali candidati indicati sopra non fanno impazzire. Anzi : alcuni sono particolarmente divisivi e, se dovessero essere scelti, potrebbero determinare una clamorosa sconfitta di quella che all’apparenza è/sarebbe una maggioranza annunciata. Proprio per questo, per pervenire ad una scelta unitaria e di prestigio in grado di compattare il centro destra, su input romano ( il ministro Urso ed il sottosegretario Mantovano) si spinge per, unanimemente, convincere il magistrato Ardita, componente uscente del CSM molto vicino ai meloniani, ad accettare una candidatura che, oggettivamente, sarebbe non solo prestigiosa, ma anche in grado di fare saltare il banco. Difficilmente, infatti, in ipotesi potrebbe farsi una campagna elettorale contro un candidato di tal fatta con i classici stilemi usati solitamente contro la destra : non sortirebbero effetti. Questo, dunque, il quadro politico catanese ad oggi. Con un po’ di pazienza, tra qualche giorno se ne saprà di più.