Complimenti all'avvocato Enrico Trantino. Nuovo sindaco di Catania, eletto grazie a una maggioranza "bulgara" che sarà "operativa" anche in Consiglio Comunale. Certo, non è una bella cosa avere una maggioranza schiacciante e un’opposizione con numeri molto bassi, perchè avere un’opposizione forte, lo ricordo, può essere da stimolo per il governo cittadino. Un uomo, l'avvocato Trantino che non vive di politica. E che dalle prime dichiarazioni lascia intuire che difficilmente sarà manovrabile, politicamente parlando. Interessante le sua prima battuta: "Fare il sindaco di Catania? Sarà come una partita di rugby...". Brava comunque a compattarsi la destra (come sempre d'altronde in vista delle scadenze elettorali) a conferma che Catania ha una tradizione e fors'anche una passione legata al vecchio movimento sociale italiano, fiamma compresa. Su Facebook Enrico Trantino ha pubblicato una foto del 1972 ceh lo ritrae sotto un enorme simbolo dell'Msi, con una bandierina tricolore in mano, mentre il padre Enzo - parlamentare per nove legislature - tiene un comizio in piazza Università a Catania. Quindi nella città etnea destracentro più forte delle divisioni interne, messe a tacere solo a poche settimane dalla scadenza elettorale (basta ricordare l'allert di Raffaele Lombardo che sarebbe sceso in campo in prima persona se Valeria Sudano fosse rimasta candidata...). E il centrosinistra e le liste civiche? Nulla cosmico. Clamorosa la sconfitta di Maurizio Caserta, sotto il 25% dei consensi; il professore universitario è stato letteralmente "calato" all'interno di un contenitore Progressista, Riformista e Moderato, dove convivevano male, anzi non si sopportavano, Pd e Movimento 5 Stelle, Sinistra Italaina oltre a qualche lista civica che si è attestata attorno all''1%: insomma, si tratta di un flop clamoroso. Una sconfitta che non può non avere dei responsabili. Fatale l'egoismo della coalizione, il protagonismo. Fallimentare la campagna elettorale: chi l'ha fatta sul territorio? Enzo Bianco? Inviso ai più, soprattutto nell'area Pd? L'ex sindaco di Catania, politicamente è arrivato al capolinea (la lista che porta il suo nome non ha raggiunto il 5% e dunque non entrerà in consiglio); insomma, Bianco dovrebbe farsene una ragione. E chi l'ha visto invece il segretario regionale del Partito Democratico, Antony Barbagallo? Proprio Barbagallo (e i suoi seguaci) in questa campagna elettorale è stato imbarazzante: lui, verosimilmente, dovrebbe fare un passo di lato, per il bene del partito che rappresenta; d'altronde a Roma non lo criticherà nessuno per quello che farà o non farà: è infatti atteso da 5 anni di serena routine tra i comodi banchi dell'opposizione (?) parlamentare. Dimenticavo, Barbagallo è stato visto in campagna elettorale a Catania con il segretario nazionale Elly Schlein, che però si è guardata bene dal venire a Catania (così come l'impalpabile Giuseppe Conte) a chiudere la campagna elettorale di Maurizio Caserta, venerdì 26 maggio, così come invece ha saputo fare compatto il centrodestra in piazza Università con il premier Meloni, il vice Salvini e il ministro degli Esteri Tajani. In piazza Dante, solo soletto Maurizio Caserta ha chiuso la campagna elettorale con la musica dei Lautari e di Mario Venuti; mentre Nuccio di Paola (5 Stelle) accompagnava l'avvocato del popolo in giro per la Sicilia (a proposito, il passaggio di Cancelleri a Forza Italia ha ulteriormente accentuato il calo dei Cinquestelle) ed Enzo Bianco provava a convincere la gente in piazza Teatro Massimo a colorare la citttà...Insomma, tutti divisi, ognuno per i fatti loro come nella migliore tradizione di sinsitra. E gli altri candidati a sindaco? Tutti innamorati di se stessi, narcisti da non credere dietro alla frase "Amiano Catania". Vogliamo parlare di Lanfranco Zappalà? Un anno di campagna elettorale (e spese) per ottenere poco più del 2% dei consensi. E ora che farà? Superata la forte delusione, verosimilmente, tornerà a lavorare in banca, dopo 30 anni di attività (?) al Consiglio Comunale. E gli altri 4 avvocati candidati a sindaco? Gabriele Savoca, che non ha raggiunto il 5% ha pagato lo scotto del novizio e la "distrazione" di Cateno De Luca, impegnato nella sua complessa campagna elettorale a Taormina, dove peraltro è stato eletto sindaco (4 sindacature in 4 Comuni diversi, un record). Poi, poco sopra il 2% ritroviamo l'eclettico avvocato Giuseppe Lipera (noto più sui social che nei Palazzi istituzionali); addirittura sotto l'1% l'avvocato Giuseppe Giuffrida, paladino della legalità, ai più però sconosciuto quasi un fantasma in queste elelzioni; straordinario invece l'avvocato Vincenzo Drago (esperto in diritto civile e antibancario), venuto alla ribalta anche per il sostegno ricevuto dal chiacchieratissimo generale Pappalardo, sì proprio quello dei gilet gialli: entrambi hanno promesso in campagna elettorale la distribuzione ai poveri di nuova moneta: il sikano (un sikano, 1 euro...): Drago ha ottenuto consensi intorno allo 0,30% (nemeno 500 voti) e lunedì sera 29 maggio è partito in vacanza per la Sardegna, affermando che per lui l'impegno politico è finito con questa tornata elettorale. Per fortuna, aggiungiamo noi.Compattezza di destra
Barbagallo da che parte stava?
Zappalà tornerà in banca? Drago in Sardegna