di Edmond Dantés, Conte di Montecristo Il sindaco che voleva entrare nella storia è finito nella cronaca giudiziaria, incandidabile per 10 anni. Malgrado ciò, non potendosi candidare personalmente ha candidato la figlia (375 preferenze).Del resto fece senatore il suo cavallo …Compassione è il sentimento più generoso che si può riservare alla vicenda umana di , protagonista per un trentennio e più della vita amministrativa cittadina, sindaco nel 1988, poi dal 1993 al 2001 e infine dal 2013 al 2018 quando fu sconfitto da . Sono vigliacchi gli attacchi personali rivolti all’ex sindaco da quelli che abitualmente si prostravano ossequiosi al suo passaggio e che, poche ore dopo la sentenza della hanno alimentato un clima da piazzale Loreto. Questo non significa che ci si debba sottrarre da una dura valutazione politica della vicenda che ha travolto un uomo che a lungo fu simbolo della nostra città. Molte discutibili scelte hanno garantito a Bianco la gestione del potere, ma hanno provocato un danno culturale oltre che politico e amministrativo che la città sconterà ancora per anni. Così come insopportabile è stato il disprezzo verso l’opinione pubblica e imbarazzante il trasformismo politico. Ma pochi si scandalizzavano, anzi quasi tutti osannavano questo Machiavelli di provincia che sapeva come “accontentare” i consiglieri comunali e che, in preda a un delirio megalomane, appena eletto spendeva decine di migliaia di euro per la fontana del Tondo Gioieni, divenuta il triste simbolo della sua parabola discendente. Per non parlare degli Elefantini d’oro assegnati secondo convenienza a personaggi, uno per tutti un ex procuratore della Repubblica che pure presenziò alle nozze del nostro con Amanda Succi, massone dichiarata, che dovevano garantire lo status quo.Quando invano anche da parte di qualche consigliere comunale si lanciava l’allarme, si chiedeva più trasparenza nell’azione amministrativa e rigore nella tenuta dei conti pubblici, l’unica risposta del sindaco e dei suoi pretoriani era l’insulto. Questo accadeva anche in consiglio comunale, dove più di una volta la risposta dei fedelissimi di Bianco alle istanze di un battagliero consigliere come era la derisione, a tacer d’altro. Questo è stato il modus operandi degli ultimi anni di “ bianchismo “, questo lo stile del sindaco cinico. Un imbarbarimento e una degenerazione cialtrona del confronto politico, reso sterile grazie all’unico argomento ripetuto ossessivamente in consiglio comunale da alcuni consiglieri di maggioranza: “decidiamo noi perché abbiamo vinto le elezioni; chi vince comanda!”. È andata proprio così: qualcuno ha vinto e ha comandato, ma ha fatto perdere la città.Fino ad arrivare al dissesto, poi alla drammatica sindacatura di Pogliese e a tutto quel che ne è seguito.Avrebbe potuto lasciare, Enzo Bianco, un grande ricordo di se stesso, ma ha preferito accanirsi e inseguire improbabili rivincite.Come disse tutti i grandi fatti e i grandi personaggi della storia universale si presentano, per cosí dire, due volte: la prima volta come tragedia, la seconda volta come farsa.Bianco è andato ben oltre la farsa, col suo ultimo patetico tentativo di ripresentarsi per interposta persona a Palazzo degli Elefanti.Non c’è riuscito.Ne prenda atto e, a 73 anni, ne tragga le debite conseguenze.
Caligola
Incitatus
Vincenzo, detto Enzo, Bianco
Salvo Pogliese
Corte dei Conti,Addio al "Bianchismo"
Niccoló NotarbartoloAvrebbe potuto lasciare un buon ricordo
Marx,
Adieu.