Persiste il maltempo, incrementano i danni soprattutto nella Sicilia occidentale, nelle province di Agrigento, Trapani e Palermo. Strade come fiumi ad Agrigento e quindi intransitabili, caduta di massi in provincia di Trapani. Danni in forte crescita dunque, disagi palesi, ma i consorzi di bonifica non rimediano alla situazione. Ma c’è un perché, o forse più di uno. Secondo Ernesto Abate, segretario regionale Siufus Confali "nel corso degli anni è cambiata la volontà politica nel mantenere delle competenze ai consorzi di bonifica stessi”. I reparti predisposti alla pulizia, alla manutenzione della rete scolante, alvei, fiumi, che competono i consorzi di bonifica, secondoAbate, hanno assunto dei ruoli marginali nell’attività consortile ed hanno ridotto la presenza nel territorio dei consorzi di bonifica nella sola irrigazione durante il periodo estivo. "Una volta – continua Ernesto Abate - le competenze delle dighe erano dirette dagli stessi consorzi, negli anni è nato un ente che si occupa di acqua e rifiuti, quindi noi che dovremmo gestire l’acqua in realtà non gestiamo i contenitori che distribuiscono l’acqua. Questo significa aver snaturato i consorzi. Dovremmo agire sulla pulizia della rete scolante mediante progettazioni e la volontà politica nell’attribuire risorse economiche e autorizzare queste attività”. Abate - afferma - che nel corso del tempo c’è stata una mancanza da parte dei direttori che si sono susseguiti nel mantenere vivi gli interventi di salvaguardia nel territorio, e che la politica ha preferito utilizzare altri sistemi per attivare questi interventi sul territorio dando al genio civile, sotto la supervisione della protezione civile, quelli che erano gli interventi da effettuare mediante ditte esterne. Il presidente della regione siciliana, Nello Musumeci, da sei mesi ha istituito l’autorità di bacino, ma secondo Abate della Sifus, “ancora oggi non risulta essere un sistema funzionante”. “Il tempo delle parole deve finire, i fatti devono riportare gli equilibri sul territorio, è inutile far nascere l’autorità di bacino, lasciare gli operai dei consorzi di bonifica e della forestale a casa, e vedere svanire anni di sacrifici degli agricoltori che investono sul territorio”. In conclusione, il Sifus chiede la restituzione di maggiori competenze, una riforma dei consorzi portata in aula e votata nel più breve tempo possibile e la restituzione di dignità e decoro ai lavoratori della bonifica e ai siciliani.