Riceviamo e pubblichiamo lo "sfogo" di Ernesto Abate, responsabile nazioanle del Sifus per i Consorzi di Bonifica. Quello a cui si sta assistendo in questi giorni non può essere etichettato come un evento straordinario inaspettato in cui purtroppo delle persone hanno pagato con la propria vita, poiché vittime di furie devastatrici che ormai da qualche anno si intensificano sempre più per quantità e violenza! Purtroppo le morti dovute al maltempo devono essere di peso sulla coscienza ad una politica regionale che pur avendo iniziato a muovere i primi passi verso il consolidamento delle zone colpite dall'erosione costiera, verso la mitigazione del dissesto idrogeologico ed ha puntato gli occhi verso la lotta alla desertificazione, risultano essere misure sottodimensionate rispetto allo "stato di crisi" reale che si palesa sotto i nostri occhi! In realtà in Sicilia siamo impreparati nel combattere eventi devastanti del genere, in quanto la necessità di rimettere in equilibrio ciò che è stato distorto dall'uomo, non è rappresentata attraverso attività sinergiche che tengano conto di tutte le figure professionali che lavorano per il territorio! Il Sifus già da anni ha consegnato le proprie indicazioni in assessorato dell'Agricoltura dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea a Palermo, in cui sull'argomento ha individuato la necessità improcastinabile di intervenire ordinariamente e straordinariamente sulla manutenzione delle reti scolanti (attività consortili), sul vettoriamento delle acque piovane, valloni, torrenti ed argini fuori alveo (attività dei Forestali ed Esa) e sul coordinamento delle attività attraverso piani di studio in collaborazione con la Protezione civile. Oggi più che mai serve uscire dall'individualismo che ha caratterizzato la Sicilia ed i siciliani, per passare ad attività che mirano al bene collettivo e alla resilienza. Di fatti l'errore più grande tra tutti è quello di continuare a ragionare e lavorare in comparti stagni, piuttosto che tenere conto del settore di pertinenza all'interno di un progetto complessivo, allo scopo di ottenere il contributo di tutti gli organismi, affinché si possa raggiungere più in fretta un livello di sicurezza di vita che oggi ci sta scappando di mano, dimostrando che le nostre città e le nostre montagne non sono più luoggi sicuri! Un buon Governo deve ammettere i suoi errori, farne ammenda ed attraverso l'istituzione di un'unità di crisi, dovrebbe avviare un tavolo che guardi alll'immediata messa in sicurezza della Sicilia, considerato che i numeri che si sono registrati sono davvero allarmanti, infatti si tratta di eventi per oltre 24 mila frane, circa 60 mila abitanti a rischio di frane o alluvioni, 30 mila edifici e mezzo migliaio di beni culturali. La ricetta c'è....forse manca ancora il coraggio!?