[embed]https://www.youtube.com/watch?v=EPPkMjTMzO8[/embed] «Come si vede nei nei video e nelle foto - commenta il segretario provinciale Sifus Consorzi di Bonifica di Catania, Paolo Illuminato - si tratta del canale Paternò, una branca della rete di distribuzione a cielo aperto, disastrato, al quale sono stati spesi 150mila euro nel 2017, per ripristinare circa 400m di canale, attraverso l'inserimento di tubi (in sostituzione al canale interdetto) per far sì di far irrigare gli utenti. Il paradosso è che il lavoro e stato eseguito circa 150m più avanti da dove si immette l'acqua che risulta essere comunque disastrato e quindi si tratta di una spesa inutile, perché il servizio agli utenti non potrà essere erogato. Allora noi ci chiediamo a cosa è servito questo appalto di 150mila euro e soprattutto a chi? Siamo a metà luglio senza aver potuto dare acqua agli agricoltori! Addirittura, tornando indietro di qualche giorno e precisamente il 4 luglio, giorno in cui venne immessa l'acqua per la prima volta a Quota 102,50 (metri sul livello del mare), già dal giorno successivo è stato necessario doverla togliere, a causa della rottura del tubo e per la mancata manutenzione sulle condotte. Da considerare che si parla di una condotta principale del diametro di 1600 mm, su contrada Figurinia, che ieri, giorno 9 luglio, dopo 5 giorni occorrenti per una riparazione (dilungata più del dovuto a causa della mancata autorizzazione ad effettuare lo straordinario, ma autorizzato solo successivamente) viene completata la riparazione alle ore 21. Da quel momento iniziamo a caricare la condotta principale, per poter iniziare ad effettuare la distribuzione, ma purtroppo oggi alle ore 12:30 siamo stati costretti a dover interrompere l'erogazione dell'acqua, per un altra rottura sempre sulla condotta principale 1600, ma poco più avanti e precisamente, a contrada Dammuso. Adesso chiedo al governo, quale sia il senso di tenere gli operai a casa per 10 mesi, anziché farli lavorare tutto l'anno? La nostra è una piana al collasso! Agricoltori disperati! Campagne a metà luglio senza acqua! A chi interessa far morire i Consorzi di Bonifica? Perché tanto accanimento a discapito degli agricoltori e degli operai? A chi interessano tutti questi contenziosi promossi dagli agricoltori per il mancato servizio dell'acqua, per i danni subiti dagli allagamenti dei giardini? Milioni di euro di debiti accumulati dai Consorzi di Bonifica e contenziosi da ripagare, piuttosto che fare lavorare il personale specializzato e fare la manutenzione in tempo utile, evitando tutto ciò? Si tratta di un meccanismo perverso per dare il lavoro a ditte esterne?». Interviene anche Ernesto Abate, segretario regionale Sifus Consorzi di Bonifica: «Non tutti sanno che ogni qualvolta un utente si rivolge al giudice, per un contenzioso contro il Consorzio di Bonifica, lo stesso utente risarcito dal Consorzio, sarà vittima di un aumento dei costi del canone irriguo e del costo del consumo d'acqua, perché la cifra incassata verrà caricata nel bilancio Consortile e quindi in bolletta. Pertanto questo sistema risulta autolesionistico, quindi se si vuole uscire fuori da questo vortice autodistruttivo, occorre lavorare in sinergia agli agricoltori, in virtù di una riforma dei Consorzi di Bonifica che abbia il fine comune di far funzionare questo giocattolo di straordinaria importanza che porta l'acqua, garantendo gli equilibri vitali al mondo intero.