Pnrr sulla Sanità in Sicilia, circa 800 milioni. Nel documento presentato dall'assessore Razza (ascoltato in aula) c’è già un’ipotesi su dove e come intervenire. Per gli ospedali di comunità, ad esempio, si prevede la destinazione di immobili ad Agrigento (Pta di Agrigento e Bivona, poliambulatorio S. Margherita Belice), Caltanissetta (ospedali di Mazzarino e San Cataldo, padiglione C), Catania (ex Inam Acireale, sito di Santo Pietro a Caltagirone, San Luigi e Santo Bambino a Catania, Pta di Linguaglossa, ex ospedale S. Lorenzo a Mineo, immobile a Paternò, Rsa e Pto a Ramacca, ex ospedale di Randazzo), Enna (ospedale di Leonforte), Messina (ex presidi di Barcellona, Milazzo e Taormina, ex padiglione 5 Messina, poliambulatorio S. Agata di Militello), Palermo (4 siti non meglio identificati nel capoluogo, 2 a Palazzo Adriano, uno a Petralia Sottana, Piana degli Albanesi e Termini Imerese), Ragusa (ospedali Maria Paternò Arezzo di Ragusa, Regina Margherita di Comiso e Busacca di Scicli), Siracusa (ospedali di Lentini, Noto e Rizza nel capoluogo) e Trapani (indicato un «terreno» a Trapani, ospedali di comunità di Marsala e Salemi). Il modello organizzativo prevede Odc con 20 posti letto e uno standard di personale con 9-10 infermieri, 1-2 unità di supporto (sanitario e amministrativo), 6 operatori sociosanitari e un medico per 4 ore e mezza 7 giorni su 7. Questa, invece la dislocazione iniziale delle 49 Centrali operative territoriali, una ogni 100mila abitanti, con 5-6 infermieri e 1-2 unità di supporto: Agrigento, Canicattì, Licata e Ribera; Caltanissetta, Mussomeli e San Cataldo; Acireale, Bronte, Caltagirone, Catania (4), Giarre, Gravina, Palagonia, Paternò; Enna e Nicosia; Barcellona, Messina, Milazzo, S. Agata di Militello e Taormina; Palermo (12); Ragusa (3); Augusta, Lentini, Noto, Siracusa; Alcamo, Erice, Marsala, Mazara. Più lungo l’elenco delle 150 Case della comunità (16 ad Agrigento, 8 a Caltanissetta, 32 a Catania, 5 a Enna, 18 a Messina, 37 a Palermo, 9 a Ragusa, 12 a Siracusa, 13 a Trapani) che prevedono un modello organizzativo con 30-35 medici di famiglia afferenti e un ambulatorio aperto per 12 ore 6 giorni su 7, continuità assistenziale notturna e nei festivi attraverso 10-15 ambulatori con 10-20 medici, 8-12 infermieri e 5-8 unità di personale amministrativo, tecnico e sanitario. Prime consiuderazioni. «L’assessore in audizione ha mostrato la massima disponibilità a collaborare – conferma la presidente della commissione Salute, Margherita La Rocca Ruvolo – per arrivare alla proposta definitiva, comprendendo che magari qualche tappa era effettivamente stata bruciata». Mercoledì e giovedì prossimi in commissione saranno sentiti i nove manager delle Asp, mentre l’assessore convocherà «i sindaci, l’ordine dei medici e le parti sociali», come chiesto dal Pd e invocato dalla Uil, che ha chiesto a Razza «di fare un passo indietro» sull’iter. Al di là di qualche perplessità espressa dall’autonomista Pippo Compagnone, nell’audizione di martedì l’unico attacco frontale all’assessore alla Salute è arrivato dal grillino Giorgio Pasqua: «Lei agisce sempre allo stesso modo, prima fa le cose e poi finge di condividerle». Del resto il M5S non utilizza la diplomazia: «Razza e Musumeci si tolgano dalla testa di utilizzare gli 800 milioni del piano di spesa dei fondi del Pnrr per la sanità per fare campagna elettorale...».