Mentre a Kiev continuano a piovere missili nella notte, l’Europa si muove tra pacchetti di sanzioni e aiuti al territorio ucraino. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha da poco concluso un’informativa urgente alla Camera dei Deputati sul conflitto: la guerra in Ucraina intanto prosegue, è stata nelle ultime ore segnalata la presenza di mezzi corazzati russi nella capitale e il presidente Zelensky ha dichiarato di essere l’obiettivo principale. Mosca sta tentando di prendere i palazzi del potere e rovesciare il governo del paese. Draghi, nel suo discorso alla Camera, ha dichiarato che l’ambasciata italiana a Kiev è pienamente operativa a tutela degli italiani residenti e resta in massima allerta. Sono 2000 i connazionali presenti sul territorio a cui è stato raccomandato di seguire le indicazioni delle autorità locali. L’Italia, informa Draghi, alla luce della situazione critica sul territorio sta pianificando un’evacuazione in condizioni di sicurezza in accordo con le ambasciate dell’Unione Europea. Continua ferma la condanna del nostro Paese nei confronti dell’invasione, «sono stati violati i valori europei e i trattati internazionali - prosegue il premier - solidarietà alla popolazione ucraina e al presidente Zelensky». L’agenda della Russia e del suo presidente è vasta, complessa e a lungo premeditata, «il ritorno della guerra in Europa non puo essere tollerato. Siamo allo stadio iniziale di un profondo cambiamento». Nel suo discorso Draghi ha esposto i provvedimenti immediati che l’Italia, in accordo con l’Unione Europea, intende adottare. Nel pomeriggio di oggi si terrà un vertice nato per concordare la linea difensiva sul fronte orientale, e nel frattempo sono stati stanziati 110 milioni di euro per aiuti finanziari all’Ucraina per scopi umanitari. «Si è disgregato l’intero tessuto sociale del paese - ha continuato il Presidente del Consiglio, più volte interrotto dagli applausi della Camera - la Nato si è attivata». L’ obiettivo è la difesa e il ristabilimento della sicurezza nel territorio. Le sanzioni imposte alla Russia includono misure finanziarie, misure nel settore dell’energia, misure nel settore dei trasporti. «L’Europa è unita, siamo pronti a misure ancora piu dure se queste non dovessero risultare sufficienti». L’attenzione di Draghi si è poi spostata sulla situazione del nostro Paese e sulla dipendenza per quanto riguarda la fornitura di gas: «La nostra maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico. Circa il 45% del gas che importiamo in Italia proviene dalla Russia. Questo dimostra l’imprudenza di non aver diversificato maggiormente le nostre fonti di energia e i nostri fornitori degli ultimi decenni». Dure le parole del premier, «abbiamo ridotto la produzione di gas italiano a fronte di un consumo nazionale che è rimasto costante, dobbiamo procedere spediti sul fronte della diversificazione per superare la nostra vulnerabilità ed evitare future crisi». Il nostro welfare non deve dipendere dai rischi geopolitici, la risposta piu valida nel lungo periodo risiede nello sviluppo delle fonti rinnovabili, soprattutto con semplificazione delle procedure per l’installazione degli impianti, eliminando i ritardi burocratici. In piedi la Camera dei Deputati ha applaudito alle parole del Presidente del Consiglio, mentre nel frattempo il Paese si chiede quali saranno le conseguenze di un conflitto che rimarrà nella storia.