Il prof. Ignazio Vecchio, noto neurologo e la prof.ssa Cristina Tornali, fisiatra e direttore del Centro di Accademia di Arti Sanitarie ancora insieme al Cappello di Archimede, affrontano diverse tematiche. Non si parla solo di medicina, in un contesto in cui il contrasto tra Russia e Ucraina sta sconvolgendo la vita del mondo intero. Questa è la prima riflessione posta negli studi di SicraPress attraverso la quale la prof.ssa Tornali spiega: "Spesso la religione è stata causa di guerra, uno spirito religioso unisce. La medicina unisce veramente; quando tutti i popoli sono concentrati in un unico obbiettivo, come abbiamo visto con questi due anni di pandemia, si va verso la risoluzione del problema. Oggi, in concomitanza alla pandemia stiamo vivendo un conflitto bellico dovuto proprio alla politica. Questa è un'altra shoah, ovvero massacri e popolo in fuga. Molti di questi che fuggono non sono vaccinati, non sappiamo cosa succederà. La medicina unisce anche in tempi di divisione, in tempi di guerra. La medicina è sempre la salvezza. Molte tecniche chirurgiche si sono sviluppate proprio in contesti bellici". Nel terzo millennio è inimmaginabile l'idea di far valere le proprie ragioni con la forza. Il prof. Ignazio Vecchio dichiara: "L'incontro fra due visioni molte volte specularmente opposte, non deve avere come soluzione la guerra. Tutto ciò sulla base di principi umanitari. Bisognerebbe bandire le armi. La stessa religione a volte non riesce ad unire. Nel 13simo secolo Maimonide, grande medico ebraico, era molto stimato nel mondo islamico al punto che per la sua morte il califfo del Cairo decretò una settima di lutto in tutto l'Islam. Qualcosa di inimmaginabile nella nostra epoca ma significativo in un'epoca in cui la medicina univa ove gli scontri fiorivano. Purtroppo la pretesa di far valere le proprie ragioni con l'uso della forza, è una malattia che la medicina non ha saputo guarire". "Attualmente in Russia questi rischiano la vita. L'oppressione che si manifesta all'interno del popolo è tanta. La medicina ancora una volta si appella". Queste le parole della prof.ssa Tornali mentre il prof. Vecchio aggiunge: "Questi medici, operatori sanitari, hanno stilato un documento firmato che ha trovato spazio in una delle più prestigiose riviste internazionali di medici. Ciò ha fatto si che anche in Italia la federazione dei medici nazionali, nella figura del loro presidente, Filippo Anelli, abbia espresso plauso ai medici russi e si è unita a loro nella condanna della guerra". Eppure a la guerra continua e a pagare maggiormente le conseguenze sono i bambini che ignari di tutto sono costretti a lasciare la loro infanzia catapultati in un mondo di terrore e dolore. Spesso insieme alle loro coraggiose mamme. In studio viene posto un quesito alla quale è difficile trovare risposta ma la prof.ssa Tornali, da sempre attenta ai più deboli risponde con razionalità: "Dovremmo prima spiegare come le atrocità si riversano sui bambini. Un essere umano che decide di impiegare i suoi uomini per massacrare degli indifesi è soltanto un verme...". Continua il prof. Ignazio Vecchio: "Non dobbiamo immedesimare una popolazione con una leadership politica. Convinciamoci che russi e ucraini, siano tutti fratelli e che per compiere un tentativo diplomatico, le ragioni di ciò che unisce devono essere più forti di quelle che dividono. Purtroppo assistiamo a un dittatore che fa la guerra a un popolo intero, a una nazione autodeterminatasi; ecco non sono due popoli in guerra...". L'ultimo interrogativo risulta quasi come la risoluzione ad ogni problema ad ogni contrasto. Ad esprimere la propria opinione il prof. Vecchio: "Ad educare alla pace ci sono due istituzioni: la scuola e la famiglia. Nonostante nelle famiglie spesso ci siano grandi conflitti, bisogna che però in esse i principi educativi rimangano saldi. Prima dello scontro c'è la richiesta del dialogo e nella famiglia si compie. Senza presunzione affermo di essere una persona che sa chiedere scusa se non inquadro le ragioni degli altri, perché credere di aver ragione a prescindere, senza saper chiedere scusa, è errato. Se ogni essere umano sapesse chiedere scusa, se le ragioni del dialogo farebbero comprendere che è giusto prendere in considerazione le ragioni dell'altro, si creerebbe un'ottima filosofia del dialogo". Conclude la prof.ssa Tornali: "La pace non è concordia, si possono avere idee diverse ma stare in pace con l'altro. Quando si scambia la concordia con la pace nasce il conflitto".La medicina unisce, spesso religione e politica dividono
Russia, l'appello che 15mila medici russi rivolgono a Putin: "Fermate la guerra"
Come spiegare la guerra ai bambini?
Tutti invocano la pace ma chi educa alla pace?