Una tematica di interesse comune, affrontata con gran cuore dalla prof.ssa Cristina Tornali, sempre attenta sui bisogni dei più fragili."Il long covid è una sindrome organica, la reinfezione, il passaggio di positività, tutto ciò colpisce il sistema nervoso. E' innegabile la parte psicologica della paura della malattia in senso lato, in particolare della paura per una malattia poco conosciuta. Ad incrementare tutto ciò la tensione mediatica, il terrorismo psicologico sulle famiglie e sulle scuole. Servirebbe maggiore comunicazione, anche attraverso l’educazione sanitaria, a cominciare dalle scuole elementari. I medici possiamo considerarli eroi sempre impegnati nel campo della medicina espressa con dedizione verso il paziente. I medici donne, le infermiere, le donne in ogni ruolo si sono impegnate, nessuno era preparato al covid, tanto meno alla guerra. Non ci sono eserciti addestrati. Non sappiamo cos'è la guerra. Siamo destinati a morire e ci uccidiamo e vedere delle donne al fronte in prima linea fa davvero male".Non si discosta molto dal pensiero della prof.ssa, il prof. Ignazio Vecchio: "Ho sempre sostenuto che le problematiche sulla quale dibattere non erano la tipologia di mascherina da utilizzare ma il disagio psichico, mentale che proprio nelle scuole, con la loro chiusura, e nelle famiglie si stava e si è creato. Siamo tutti stati messi a dura prova ma nessuno ha pensato alla dinamica elettiva di un essere umano. Dopo due anni di pandemia, in cui i virologi facevano a gara a contraddirsi, il risultato è che l'indomani di ogni essere umano è incerto. Pragmaticamente parlando la depressione consiste nel vedere un domani senza speranza. Sostengo fermamente che in Italia si sia risvegliato il sovietismo. Nelle nostalgie dell'inconscio tutti vogliono trovare delle giustificazioni per la guerra. Putin sembra la reincarnazione di Hitler, i russi violentano le donne ucraine, distruggono, massacrano, questa è dittatura.-continua Ignazio Vecchio-Il 9 maggio è la giornata della vittoria della Russia che firma la resa della Germania ai rappresentanti delle nazioni. Credo che la pace si costruisca nei cuori, grazie alla famiglia e alla scuola. L'educazione non teme confronto. Il 9 maggio non appartiene a Putin ma a tutti i popoli che sconfissero il nazismo. Motivo per la quale Putin non può farsi carico di qualcosa che sta ricostruendo. In tutto ciò non mi sento di appoggiare il comunismo, d'altronde Stalin era un fedele ammiratore di Hitler". A preoccupare il mondo non è soltanto la guerra tra Ucraina e Russia. In Africa, tonando a parlare di Covid, una nuova variante sta peggiorando la situazione sanitaria. Aumentano le infezione da covid19, con omicron 4 e 5 si prevede che la curva del contagio possa aumentare sempre più. Come possiamo difenderci?Secondo la prof.ssa Tornali avremo sempre a che fare con le varianti, ma il rischio di malattia è minore. Il raffreddore, sintomo comune del covid, non è una conseguenza grave. Andremo incontro ad una serie di varianti, non ci resta che difenderci e con i vaccini ci tuteleremo. Non essendo in emergenza le nazioni hanno bisogno le libertà, di riprendere le normali abitudini appunto per ripristinare l'economia e la società. Conclude il prof. Vecchio: "Ci vorrebbe una miglior equi ripartizione delle risorse".Al Cappello di Archimede con il prof. Ignazio Vecchio, neurologo e la prof.ssa Cristina Tornali, fisiatra e direttore del Centro di Accademia di Arti Sanitarie, si parla di covid e disagio mentale. Chi tutela i ragazzi tra scuola e famiglia?
Parole forti ma vere quelle in studio. In un clima teso per la guerra fa pressione psicologica quello che sta accadendo in Africa.