di Alfio Franco Vinci Scrivevo il 5 marzo scorso: ”Che quella che si sta combattendo in Ucraina sarà una guerra di tipo medievale, condotta con modalità barbariche, si era intuito; ciò nonostante le notizie di ieri 4 Marzo: Bombardamento di ospedali, Ferimento intenzionale di bambini; Messa a rischio di centrali nucleari; E quelle di cui si parla in termini di escalation della barbarie, come facoltà accordate ai soldati russi: Diritto di saccheggio; Di tortura e stupro, Dovrebbero far riconsiderare ai Paesi occidentali le normali tecniche di mediazione diplomatica, e la capacità di incidenza delle sanzioni economiche, nei confronti di chi non si capisce per quale motivo e con quale obbiettivo FINALE, ha dato il via ad una invasione come non si vedeva dal 1939”. Qui si fermava la mia considerazione di 17 giorni fa. Nei giorni scorsi le più tragiche previsioni circa l’escalation dell’invasione e l’imbarbarimento delle tecniche di conquista, hanno trovato puntuale tragica conferma nell’attuazione sistematica della strage di civili, di bambini, distruzione di obiettivi di rifugio come ospedali, scuole, chiese, asili d’infanzia, e nel creare l’illusione di concordare corridoi umanitari poi bloccati, o peggio. L’avvio sistematico, come tecnica militare, di stupri di massa (e addirittura si parla di donne impiccate) fa pensare all’arrivo sul terreno di guerra dei volontari/mercenari Ceceni e forse anche Siriani, perché da sempre per attuare queste azioni turpi e disumane si è fatto ricorso ai mercenari; quando Lanzichenecchi, quando marocchini al seguito di truppe regolari, che non soggetti rigidamente ai codici militari, che infliggono pene severissime a chi commette questi crimini inumani, sono comunque utili e funzionali allo scopo prefisso. Lo “stupro di guerra “ è descritto come strumento di “guerra psicologica“ per umiliare il nemico e minarne il morale “volto a colpire il motore che genera la vita“. Secondo Amnesty International è utilizzato come strategia militare per spingere le popolazioni locali a fuggire dal territorio occupato, e dunque strumento utile a ridisegnare i confini con immissione di popolazione della nazione occupante. Dopo aver visto e rivisto “La Ciociara, e dopo aver letto “Le Ciociare di Capizzi“ di Marinella Fiume, mai avrei pensato che sul suolo europeo, NON IN UCRAINA, ma SUL SUOLO EUROPEO, si potesse ancora combattere una guerra, e per di più con sistemi abbietti e primordiali, come quelli cui stiamo assistendo. Bene ha fatto oggi il nostro Presidente del Consiglio Draghi a dichiarare che l’Italia vuole l’Ucraina in Europa e lavorerà perché ciò si realizzi. Bene ha fatto a confermare che stiamo dando e continueremo a dare sostegni militari, a testimonianza del fatto che non ci facciamo intimidire dai bulli col colbacco. Sono e sarò sempre contrario alla guerra come strumento di soluzione delle controversie fra Nazioni, così come sono e sarò sempre contrario alla degenerazione nelle discussioni, con conseguente passaggio “alle vie di fatto“, per risolvere le questioni interpersonali. Sono però altrettanto convinto che anche il prezzo da pagare per la pace abbia un limite, e che non si può più lasciare Putin libero di annettere l’Ucraina, come primo passo verso chissà quale meta. I Russi amano il latino, che è lingua insegnata e studiata nelle loro scuole, Dovremmo quindi mandare in omaggio a Putin una copia delle CATILINARIE, da parte di tutta l’Unione Europea “con la sottolineatura del famoso: ”USQUE TANDEM ABUTERE PATIENTIA NOSTRA”?