Siamo in recessione, ma non lo dice nessuno. La brusca frenata economica prospetta per il nostro Paese difficoltà sempre maggiori, i rincari dell’ultimo periodo stanno mettendo in difficoltà intere famiglie che nella quotidianità delle spese da affrontare non sanno più “a quale santo rivolgersi” per non vedere andare perduti i loro risparmi. Il conflitto Russia-Ucraina, lo confermano statistiche ed economisti, sta andando inevitabilmente ad intaccare le tasche di migliaia di italiani, in uno scenario di recessione per poi tornare ad una crescita, ben più lenta di quanto era previsto precedentemente alla guerra. Le previsioni sulla crescita del Pil quest’anno sono state drasticamente ridimensionate, conferma il Governo Draghi. Se dapprima si stimava un +4,7% adesso si spera in un +2,9%, fermo restando che nella seconda parte dell’anno le situazioni legate al conflitto vedano un miglioramento. A partire dalla scorsa estate, inoltre, il Governo ha stanziato circa 20 miliardi di euro per famiglie e imprese allo scopo di far fronte al caro carburante ed energia. Sebbene la cifra non sia irrisoria, sembrerebbe non sufficiente a coprire i rincari degli ultimi mesi. Questi numeri, è bene non dimenticarlo, pesano nel concreto su cittadini che allo stato attuale si trovano a fare i conti con pesanti aumenti - e le bollette ne sono una prova - a cui non si era preparati. L’innalzamento dei prezzi dei carburanti, conseguenza del conflitto, ha messo in ginocchio 4 milioni di famiglie che si trovano in condizioni di povertà energetica, ovvero nella difficoltà di provvedere al fabbisogno necessario di illuminazione, riscaldamento, servizi elettrodomestici. A riportarlo è l’elaborazione dell’Ufficio studi dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese (Cgia) di Mestre, sui dati del Rapporto OIPE 2020. Mangiare a pranzo e cena o pagare il gas? È questa la domanda che ogni singolo giorno intere famiglie si trovano a porsi. Come se non bastasse, a livello territoriale è proprio il Mezzogiorno a mostrare una situazione più critica: qui la frequenza della povertà energetica oscilla tra il 24% e il 36% delle famiglie. In Sicilia il range va da poco più di 481 mila nuclei in difficoltà a 722 mila. Le soluzioni? Indispensabile l’introduzione di un tetto massimo all’aumento dei prezzi, è stato poi introdotto dal governo il bonus bollette, che ha previsto un taglio dei costi di elettricità e gas per coloro che possiedono un Isee inferiore a 8.265 euro, soglia innalzata a 12mila euro grazie al decreto anti-rincari del 21 marzo. Altro aiuto non indifferente è quello relativo alla possibilità di rateizzare i pagamenti delle bollette di luce e gas, con azzerati gli oneri di sistema e Iva diminuita al 5%. Come previsto dalla Legge di Bilancio 2022, la rateizzazione delle bollette di gas e luce emesse tra il 1 gennaio e il 30 aprile 2022 per un periodo massimo di 10 mesi (il 50% dovrà essere versato con la prima rata), dovrebbe andare in contro alle fasce di popolazione più in difficoltà. Questa situazione palesa quanto sia fondamentale parlare seriamente del tema relativo alla povertà energetica. Il fatto che un numero così vasto di famiglie italiane non sia in grado di procurarsi un paniere minimo di beni e servizi energetici è quantomeno allarmante. Dietro numeri, economia, rincari, bollette c’è sempre una persona che con difficoltà e sacrifici “sbarca il lunario”, tutelarla è un imperativo.