Ripartono, con ancora più entusiasmo, gli eventi culturali nella città di Catania: l’emergenza sanitaria, la paura del contagio e il distanziamento sociale sembrano aver allentato la presa, sebbene non siano del tutto dimenticati, e con l’avvicinarsi della bella stagione ripartono momenti di aggregazione, svago e cultura di cui da tempo se ne sentiva la mancanza. È questo lo spirito con cui è ripartito - per la terza volta - il Catania Book Festival, fiera internazionale del libro e della cultura al complesso fieristico "Le Ciminiere" di Viale Africa che, con un fitto calendario di appuntamenti dal 6 all’8 maggio, si pone un obiettivo principale: quello di portare la cultura a tutti e renderla uno strumento accessibile, amichevole da cui tornare ogni qual volta se ne senta la necessità. Il team organizzativo di under 30, coordinato dal direttore Simone Dei Pieri, ha avviato una macchina i cui ingranaggi sembrano aver innescato una formula vincente: «È bellissimo ritornare al 100% - commenta con soddisfazione il direttore Dei Pieri - è bellissimo rivedere le persone dal vivo, senza mascherine, avere la possibilità di salutarci e riabbracciarci, vedere i sorrisi e soprattutto poter dare al pubblico la possibilità di incontrare gli ospiti, fare una foto insieme. Inoltre, poter fare tutto questo a Catania, alle Ciminiere, la nostra nuova casa per quest’anno, e poter dare uno spazio più ampio è ancora meglio. La ciliegina sulla torta? Aver portato più di 90 appuntamenti e oltre 150 ospiti (Francesca Michielin, Jonathan Bazzi, Matteo Saudino, Paolo Calabresi e tanti altri)». Se volessimo dare un tema a questa nuova edizione del festival sarebbe forse quello della rinascita, termine in questo periodo forse a tratti abusato, ma che esprime - secondo il suo direttore - la voglia di riprendersi spazi e momenti di unione e condivisione per diffondere la cultura, strumento potente utile a forgiare coscienze sane, «vogliamo celebrare anche la fortuna di esserci - continua Dei Pieri - che non è mai banale. Per questo abbiamo scelto simbolicamente la figura di Mercurio che le rappresenta entrambe, perchè è il messaggero delle buone notizie ed è nella mitologia greco-romana la divinità portatrice di fortuna. La pandemia ha lasciato dietro tantissima sofferenza, quindi la fortuna di poterci essere non è qualcosa da dare per scontato. Finalmente poi abbiamo la possibilità di vivere un evento culturale che non si vedeva da tanto tempo in città, poterlo rifare per la terza volta, ancora più in grande, è una bella soddisfazione». Celebrare l’amore per la cultura, per i libri in particolare, significa darle un posto di rilevo, riconoscere che i libri formano le menti e i cuori delle generazioni, che “siamo quello che leggiamo”: pertanto bisogna rendere tutto questo accessibile, fruibile, non relegarlo a nicchie polverose inavvicinabili, ma portare lettori e lettrici più vicini a compagni di carta e inchiostro, «creare un muro alla cultura è quanto di più fallimentare ci possa essere nella società su più livelli: sociale, politico e programmatico. Creiamo eventi come il Catania Book Festival proprio per questo motivo, per dare momenti di aggregazione, vivere giornate dove è possibile fare esperienza di cultura, svago, divertimento. Quest’anno pensiamo di aver trovato gli ingredienti giusti per riuscire nel nostro intento».