Prenotazioni online a non finire e telefonate ai tour operator per osservare da vicino il flusso lavico in atto sull’Etna. I turisti (da Taormina a Siracusa, passando per la Valle dei Templi e persino da Palermo) chiedono solo “di poter ammirare da vicino l’eruzione”. Difficoltà anche per gli albergatori che provano a soddisfare le richieste dei propri clienti, che chiedono di poter “salire in quota”. Sia nel versante sud di Nicolosi che nel versante Nord di Linguaglossa, le richieste per salire in quota con le guide sono cresciute in modo esponenziale, per ammirare appunto uno spettacolo straordinario; spettacolo quello offerto in questi giorni dalle due bocche effusive, soprattutto all’imbrunire e nelle ore notturne. Da domenica 29 maggio infatti si sono aperte infatti due nuove bocche effusive, una a 2800 metri e l’altra a 3250 metri. La prima è talmente grande da essere stata fotograta dal satellite Sentinel-2 (missione satellitare dell’ESA). Dalla foto si notano il pennacchio di fumo dalla sommità del vulcano (3357 metri sul livello del mare), la nuova bocca effusiva a 2800 metri e la colata lavica nella parte alta della desertica Valle del Bove. La fase eruttiva iniziata nella seconda metà del mese di maggio continua in modo lento ma costante: da quanto rilevato e comunicato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo: «Il tasso effusivo al momento delle osservazioni è basso e il flusso si muove all’interno della Valle del Bove in direzione di Monte Simone». In altre parole, la situazione è sotto controllo, poiché l’attività effusiva è concentrata nella parte alta del vulcano, e perché tutte le colate fluiscono nella Valle del Bove, l’ampia conca sul versante orientale dell’Etna, che può contenere enormi quantità di magma espulso dai crateri. Allo stato attuale nessuna preoccupazione per i centri abitati (rare anche le esplosioni) ma solo un grande spettacolo della natura per la classica “eruzione turistica”.