L’Assemblea Regionale Siciliana si riempie di nuovi volti, una nuova guida promette al popolo siciliano di risollevare questo difficile territorio e affrontare di petto i problemi che affliggono la Sicilia, ma saranno promesse mantenute? La campagna elettorale è il periodo in cui si stilano programmi politici, si gira di città in città facendo promesse e assicurando un’azione decisa per risolvere i problemi del territorio. Queste elezioni regionali hanno fatto esattamente questo, la tradizione politica fatta di programmi e promesse non è stata interrotta, ma quello che tanti siciliani si chiedono oggi è: all’indomani dalle elezioni, quante di queste promesse verranno mantenute? A parlare è la speranza - si dice sempre che sia l’ultima a morire - che ogni cittadino ripone nella classe politica che sarà chiamata a governarci da qui ai prossimi anni; la nostra regione è sommersa da problemi d’ogni genere: dall’emergenza rifiuti - nei confronti della quale il neo presidente prevede di proseguire con la realizzazione di due termovalorizzatori, progetto già avviato dall’ex presidente Musumeci - al rischio idrogeologico, dalla disoccupazione dilagante al crescente disagio sociale dato da criminalità e mancanza di scolarizzazione. Potrà il nuovo governo regionale porre rimedio, se non a tutte, almeno ad alcune di queste problematiche?All’indomani dalla vittoria, il neo eletto presidente della Regione Siciliana Renato Schifani (FI) ha dichiarato che «questa è una vittoria di tutto il centrodestra», una coalizione unita che - a livello regionale e nazionale - ha senza dubbio portato avanti un progetto politico che, almeno “sulla carta”, vuole presentarsi come solido e deciso. Facendo leva sulle speranze del popolo siciliano, Schifani ha sin da subito chiarito i progetti sui quali il suo governo intenderà concentrarsi prevalentemente: «La mia priorità assoluta è dare lavoro ai giovani attraendo investimenti che vanno facilitati con procedure burocratiche snelle» ha sostenuto il presidente al Tgr Rai Sicilia, «la Regione è bloccata, paralizzata da un sistema che quasi respinge chi vuole venire a investire e portare lavoro». Alla politica tocca dunque l’arduo compito di imporsi come guida forte e reale, lontana dalle lentezze burocratiche che incancreniscono tutto un territorio. Dai giovani al lavoro, passando per l’intramontabile ponte sullo stretto (che «stavolta si fa», ha dichiarato Schifani al Corriere della Sera): quello che il presidente della Regione e tutta la coalizione prevede di portare avanti è un’idea senza dubbio incoraggiante, ma ci si chiede quanto di tutto questo sarà portato avanti negli anni. Lotta anche alle infiltrazioni mafiose nei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, «istituirò - sono le parole di Schifani - una conferenza di servizi, un comitato ristrettissimo di ex magistrati ed ex componenti di forze dell'ordine che monitori l'attuazione del Pnrr». E mentre alcuni festeggiano e parlano di futuro, altri accettano la sconfitta ma non senza amarezza: «Io ho perso! Ma non credo che i siciliani abbiamo vinto», sono state le dichiarazioni a caldo sui social del “secondo classificato” Cateno De Luca, che sperava in una reazione di popolo che non si è verificata. E di sconfitta - al di là dalle considerazioni e preferenze politiche - si può effettivamente parlare: a dirlo è il dato sull’astensionismo. In Sicilia ha votato meno di un elettore su due, facendo registrare un’affluenza inferiore al 50%, meno della metà della popolazione avente diritto (complice forse la mancata possibilità di accesso al voto degli ormai famigerati “fuori sede” siciliani - e ce ne sono tanti - sparsi in giro per l’Italia?). Questo dato parla forse più di ogni altro programma o promessa, sintomo di una costante perdita di fiducia degli elettori nella politica regionale, che sembra essere sempre più lontana dai reali problemi dei cittadini, lontana dalla risoluzione dei problemi veri dei siciliani. Sarà compito di questa Legislatura far ricredere gli sfiduciati e portarli a fidarsi di una politica che - “la speranza è l’ultima a morire” - potrebbe realmente migliorare la vita di tutti.Regionali, Schifani promette di dare priorità ai giovani
Dal Pnrr al ponte sullo stretto, ma la sfiducia nella politica avanza