Il ristorante Longanà, aperto negli Anni 80, dalla prossima settimana chiuderà. "Responsabili della chiusura sono l'Axpo (fornitore privato di energie elettrica) e l'ex governo Draghi che non sono intervenuti sulla speculazione ingiustificata del gas e al consequenziale caro bollette", sentenzia Giovanni Mangano, ex proprietario del locale e coordinatore regionale di Confedercontribuenti, che amareggiato dalla situazione in cui versa lo Stato italiano, non è riuscito a far fronte ai prezzi delle bollette ormai troppo alte, e di conseguenza è costretto a chiudere il ristorante.
"Mi sono stancato, mi chiedo se vale la pena spendersi ancora per questa nazione"
Aveva ripreso la gestione del locale nel 2017 dopo che il precedente gestore non pagava più l'affitto da tre anni. I due anni prima della pandemia sono stati proficui per il locale, nonostante dovesse ripagare le spese di apertura e dei macchinari. A causa del lockdown iniziato nel 2020 tante strutture hanno chiuso, tra cui il famoso albergo Meditur (l'ex motel Agip) che, essendo accanto al Longanà, garantiva al ristorante una porzione di clientela stabile. Alla crisi economica causata dalla pandemia si è aggiunta la guerra in Russia e il caro bollette: quindi adesso rimanere aperti è diventato insostenibile. "Mi hanno staccato la luce: lo Stato non mi ha dato la possibilità di protestare democraticamente e provare a risollevare la situazione. E' una logica intimidatoria attutata da banche, Stato ed Eni; una logica che non consente alla popolazione di trovare un'alternativa utile per continuare a lavorare, rendendola succube di decisioni che non può contestare".
"Gli elettori con un età media di cinquant'anni non dovrebbero più votare"
"Cu lassa u vecchiu pu novu, sapi chi lassa ma nun sapi cchi trova" . Questa è la logica proverbiale secondo cui, a detta di Giovanni Mangano, l'elettorato medio italiano basa il suo voto. "I veri responsabili non sono solo il governo Draghi e l'Axpo che non sono intervenuti concretamente, ma soprattutto gli elettori italiani con una età media di cinquant'anni: abituati a una politica clienterale, a una politica che si rivolge solo ai "pezzi grossi" come Draghi e in Sicilia, come da tempo denunca il professore ed economista Pietro Busetta, facciamo ancora i conti con la classe dominante estrattiva. La guerra in Russia? E' solo la punta dell'iceberg di questa situazione. E' l'elettorato radicato in una politica malata che oggi costringe il Longanà a chiudere. "Mi spettavo dal governo Meloni un intervento su questa speculazione ingiusta, qualcosa di forte di più incisivo ma è evidente che ha scelto la via più rassicurante per l'Europa, imitando le manovre finanziare del governo precedente».
Un appello ai giovani: partecipare alla vita politica per decidere sul loro futuro
L'ex proprietario del Longanà, non si dichiara rassegnato, ma chiede un forte contributo da parte dei giovani chiedendo loro di andare a votare, di partecipare alla vita politica e di non restare indifferenti davanti a una politica che li ha resi succubi di uno Stato che decide senza scendere a compromessi con le istituzioni e con la comunità. "La popolazione ormai è rassegnata ma i giovani devono votare, arrivare al potere e cambiare la logica proverbiale sulla quale gli elettori si basano". Mangano è un fiume in pieno: "Bisogna guardare al nuovo senza lasciarsi influenzare dall'esperienza di politici che sono in parlamento da troppo tempo senza mai intervenire in maniera concreta". La forte speranza nei giovani è quello che in sostanza motiva Giovanni Mangano a battersi per la comunità. Nonostante la chiusura del ristorante continuerà a fare le attività con Art Longanà, ma l'amarezza di dover chiudere per colpa di "governanti incompetenti" resterà a lungo.